Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
.suo intimo, dalla .sua volon1à e va in cer• ca di un .sostegno /IU>ri di .sè, nel vuoto dei cieli, mcmre il no.s1ro problema è ter– tcno, è rii uomini e 110n di /in:ioni .•. n. L. M. l..os Catos, dicembre 1951. t vero, è del nostro secolo la paura di essere soli. Chi non cerca un sostegno in qualche Dio, lo cerca nel pnrlito, nell'or– ganizzazione, in un quulsiui gruppo, con la speranza di 1rovare negli altri quel co– raggio e quella volou1:i che non ha in se 8lC880, È urrn dolorosa veriti1 che molti vedOno, 11111 dirla è c1uasi come parlare al deserto. l.,'uomo e la donna cli ques1i nostri tempi bui, hanno paura di rimanere soli con se s1es~i: si senlono incapnci a qualunque co– i,a finchè son soli o in pochi. E la con– scgncm:a peggiore è che, invece, di cer– care cli ridare vigore alla prO()ria pcrso- 1rnli1ii entro piccoli gru1111i (i quali da (juelln somma di vigorin 11cnom1le trarran– no un loro proprio vigore sociale), ci si rirugia ad occhi chiusi nell'illusione del uumcru. Non si pensa che l'unione fa la fon-:a, ~olo quando dii si unisce con altri 11os8iecl11 già in sè una forza, e ciascuno tlci ~uoi compagni pure. I p11rtiti di mas– ~u dw vantano milioni di 11dcrenti riman• gono deboli così inti111:unc111che non rie– scono a nessun s.forzo di liberlà, ap1mnto 1>erchè hanno, al seguito di pochissimi co– m:mda111i, delle lc!ioni di gente passiva ("he attende iner1e le ))arole d'ordine, che da solo non osa nè pensare nè agire. (I pnrliti si sa, prcfcris("ono che co~ì !ia: a• vere dei « gregari » è più conveniente ai loro fini di autori1à, che avere degli uo– mini, Coltivare le dcbole1,1e delle pecore, del gregge, foccndo credere che i cnpi, il partito o l'organiu:aiione o la Chiesa la– vorano per il l,cne di tutti, che basla ap• poggiarli per costruire il Paradiso, è l'in– ganno elernen1are del « rare poli1ica •>- Minacce di preti « ... Vi mantlu <1uc.sto lettera averla a S.E. il cardinale S11cl1ster e .se credete cfu,. "l,bic, r11rnlcl1c wiliui, pubblicalela ...u. G. R. Wes1erly, gennaio 1952. Pensiamo che non valga la pena di fa• re ad un cardi1111lel'onore di indirizzargli una lctlera da una ri\·isla anarchica: la qua– le 11011 servirebbe 1>cr lui, anche ammesso rhr gli capitasse so1w gli orchi, che a far• lo sorridere della nostra ingenuità. E se la lcncra vuole invece parlare ai 11011lri lcnori, ci pare che dit-11ciò che tutti di– ciamo. Tuui concordiamo nel ricono!ICere con C. H., che i pre1i della Chiesa cutto– lica non offrono ai popoli che il dilemma: o 1ti salvezza nel grcml,o della loro Chie- 11u o la morte, Dilemma che rendono an• i·ora più evidente rifìu1n11do lavoro, a&Bi– s1enza, dirilli (li lihcro rit1adìno, a tutti coloro che non vogliono sottomettersi al• l'autorità della Chiesa. E tutti sappiamo t:he il regno deUa giustizia f" deUa pace che .i. cauolici ci promettono, dopo 2.000 anni di CristiAnesirno è ancora lonlauo e lontano rimarrà sempre. Preghiamo i compagoi, gli amici di " Jlolontà,, di leg– gere otteutameote il nostro rendiconto finanziario. Siamo certi che ciascuno farà quello che potrà perchè il nostro lavoro continui. 227
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy