Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

,dell'operaio Jo schiavo della loro Calibri• ca; chieda ai grandi proprie1ari di lerre &e desiderano che sparisca la schiavitù della gleba; chieda a tutti coloro che hanno ,1ualchc .,i11ecure se sono pronti a rinun• ciarvi ! Anzi c'è una gara vergognosa per la spartizione del bouino, 1>er manlcuersi 1111 1>01ere, una carica che rappresentano dei J>rivilcgi, senza preo.::cuparsi se la ric– d1czzn ed .i privi1cgi siano pagati dalla mi• seria e dnlla servitù del prossimo. Crede davvero l\f.C. che sia « in nostra facoltà costituirci in <J"ella forma ,li so• eietti che crediamo migliore»? Provi, :M. C., da solo o con un gruppo qua1110 VO· glia l)iccolo, di ,,i,•ere nei modi che gli sembrano migliori, e s'accorgerà quante in• finite resistenze dovrà vincere, animate da interessi, da pregiudizi, ed anche da sin• cere volontà di bene orientate in sensi di• versi dai suoi. La ragione dell'azione sociale degli a• narchici 1111 tutla qui: che g1111i se baslus• se lo volontà d'un gruppo (piccolo o grun• de, maggioranza o minoranza) a costituire Ja società in forme definitive, a cui tuni do\-C11ero conformarsi (come acca11e oir.gi) . Noi con1idcriamo che una tale unici1i1 di forme sociali, una tale permanenza di for• me 1ociali. è alla radice di lulli gli errori, di lulti gli i111oppi ad un sano e felice· 1vilu1>parsi della vita umana, personale e SOl'inle. Propugniamo quindi la cancella– zione dello Stato (cioè delle Cos1i11nioni e rlci Poteri) e la libera sperimentazione ao– l'iale, in cui ciascuno possa, insieme al 11110 prossimo, propugnare le forme sociali che gli paiono migliori - il libero con• frou10 lici vari tcntalivi, il loro 111odiflcar- 1i via via con Ja concezione degli 1bag1i propri evidenti e con l'n88imilazione degli altrui evidenti 1nccessi, genererà via via la vita &ocia1c migliore per ciascuna genera• zionc. Ma come può immaginarsi che vi ai arrivi, ogg_i,o domani, senza un profondo mutamento, ACnza le radicali innovazioni dell'atto rivoluzionario (oggi e1primentesi in educazione, domani in distrnzione•crea– zione)? 226 Ecco, a nostro avviso, il succo dell'atteg• giamcnto anarchico. li centenario della nascita di Malatesta « ••• Alcuni compagni di nomo, in pros– simità del primo centenario di Malatesta, laricia110 la proposrn di imlire delle nuuii• festa:.io11i di propagm1da anarchica, sia in Italia che all'estero. Frfl le tflnte propo• stc che detto gr"ppo fa 11er tale comme• morazione, ci sono tJuclle di coniare una medaglia ed un biuto di bronzo da eri• gere sulla tomba in lloma dove è custo• dita la 5alma del grande Maestro dell'anar• cliismo ... ». G. T. Roma, 17-2-1952. facciamo subilo anche noi le nostre pro– poste, tenendo ben t>rescntc quello che fa. rebbe piacere a Malaicsta, E a nostro av. viso si dovi-ebbero escludere le commemo– razioni fine a se siesse: medaglie e mo• nmnenti farebbero ridire il nostro indi• menlicabile compagno. Invece cerchiamo di seguire il suo esem• pio, cioè di lavorare intensamenle, ciasi::u• no secondo le proprie forze e le proprie capacità. Non diamo tregua ai nemici, in• sorgiamo contro tutti gli allentati alla [i. bcrtà, solidarizziamo con tutti gli oppres– si e ribelliamo,;:i conlro qualsiasi ingiusti• zia, non stanchiamoci dal diffondere ]e nostri:: idee. La via migliore, secondo noi, per com– memorare Mala1esta è: proponiamoci dì far conoscere le idee di Malatesta, cosi limpide, così profonde. così sempre attua• li; diffondiamo j suoi libri, facciamo che mohi accostino H 1uo pensiero, In questo senso siamo pronti a eollabo• rare anche noi con ogni iniziativa con• ttela. Paura di f>Ssere soli a Sembra che la gente moderna non sia capace di 8U1re in piedi da sè, eh~ non trovi modo cli ricavare le proprie idee dal

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