Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
perchè non conosco la situazione francese; qui si sente la necessità di un'azione del genere. Però è evi• dente che i metodi sono due: o si agisce riunendo apparati, piccoli e grossi, secondo un filo politico di al– leimze - oppure si scartano gli ap• parali e si cercano i gruppi e gli in– dividui non politicizzali. Nel primo caso bisogna: a) adeguare la paro– la d'ordine alla velocitù dell'alleato piì1 lento (e lo slogan oc contro Tru– man e contro Stalin >> si rivelerà molto probabilmente troppo veloce); b) presentare una propria forza com– paaa, ,·ioè un « apporto di capita– li >> alla società (cioè preoccuJ)arsi immediatamente di tirare Je proprie reti e vedere quanto realmente c'è dentro); e) presentare una piauaCor– rna d'azione politica che soddisfi gH interessi politici degli altri apparati (in Italia, aU'iniuori dei deboli e poco persuasivi conati del l\1ovimen– to Lavoratori l1aliani - mescolati di dubbi e di politichena spicciola - nessuno si sogna di escludere l'appa– renza ad un blocco e tanto meno la eh imerica conquista del potere); dr stabilire un programma di azione politica immediata comprensibile al– la mentalità degli altri apparati (cioè niente questioni ideologiche - solo gli ingenui credono chr- ne– gli altri gruppi politici si discula di c1ues1ioni ideologiche -, ma elezio– ni, conquiste di amministrazioni e di enti pubblici, camere del lavoro, ecc.). iente di ma]e in tutto que– sto; ma elle differenza c'è rlaUe Terze Forze borghesi? E, su questo piano, dove trovare, altrimenti, i com1loncnti del Fronte? Scartato questo per incompatibili– tà di carattere, rimane il piano so– ciale. Esclusi gli apparali, rimango- 210 no cioè j gruppi vivi di operai, in– tellettuali, studenti, persone indiffe. renziate che potrebbero costituire un terreno di lavoro proficuo. In I– talia quanti sono costoro e che cosa bisogna dire e foro per avvicinarli? Anzilutto l.1 pompositìt del Fronte (forse la parula è disgraziata, ma suggerisce tutla una serie di concet– li estranei all'azione sociale), sugge• rircbbe la costituzione di un organi– smo più o meno poli1ico; verrebbe cioè da pensare che si vogUa chie– dere al singolo e al gruppo l'ade– sione ad un organismo pili che ad un programma di lavoro obiettivo. Poi mi pare che S<' esist(•ssero mol– te persone e molti gruppi pronti ad acreuare la posizione teorica del Fronte, probabilmente questo si CO• stituirebbe automaticamente. Infine un ]avoro ù1 campo sociale implica delle chiare idee circa i punti-chiave su cui battere, i problemi (economi– ci, morali, in1clle1tuali, sociologici) <li cui trattare e le soluzioni possi– bili immediatamente ma non rifor– mistiche da avanzare. Credo insomma che sul terreno sociale si debba operare avendo chiaro che si tratta di un'opera di dissodamento del terreno, di sven– tramento degli edifici propagandisti– C'i, di azione, dove sia possibile, per la risoluzione (diversa da quella a• vanzata dagli apparati contendenti) dei problemi pili assiUanti, di pro– poste concrele per altri su cui l'a– zione immediata non fosse possibi– le. Si tratterebbe cioè di interessa– re persone e gruppi non ancora ca– duti sotto ]a cappa di piombo a pro– grammi concreti o a soluzioni pra– tiche che in sè contengano l'orien– tamento rivoluzionario e che lo in– segnino a chi questo probabilmente
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