Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
slabilire un <Juadro delle relazioni tra par1i1i democrisliani e apparato clericale. Forse il piano Schumann apparirebbe allora sotto una luce di– versa; le divergenze tra Pastore e le ACLI (dove la CISL rivestirebbe il tentativo di Iar servire certe tradi– zioni religiose a scopi politici e sin– <focali ben precisi e assolutamente indipendenti <lalla religione) potreb– bero fornire altri spunti ccc. Anche i I processo d-i << ideolo– gizzazio1w >> moscovittt della lotta di clmise è in funzione di questa tra– sformazione di certi valori in teorie e del loro passaggio al monopolio dell'apparato. Non può oè deve esi– stere niente estraneo allo stato, di– ciamo meglio, nienle che sfugga al– l'apf)arato burocratico; dove questo ha dei limiti si deve ricorrere alla alleanza. L'ap1)arato moscovita ba monOf)Olizznto i valori ideologici dt•lla lotta socialisla trasformandoli in teorie, strumento di potere sulle cOl!<'icnze; però gli strati piccolo-hor– ghrsi (dovf' non sitmo stati elimi– nali) e qu('lli contadini, s(uggono mollo probabilmente a questo tipo di controllo (che, tra l'altro è anco– ra insufficiente a formare una morale ufficiale ed una coscienza dtl pec– calo) ed è necessario allora allearsi C'Oni dc1entori deJJe redinj di queste eoscic-nzc s(uggcnti. La <-hiesa unge il ('apo del sovrano e questi la f)rO– te~ge; forse la teoria è già fati a da secoli. Strana poi Ja parte che riguar– da le (liffcrenzc tra il mondo catto– ]ico e quello protestante. C'è da ri– manere di stucco davanti all'nfTer– mnzione rl1e lo stato (, 1>iì.1 Cor1e nei 208 paesi protestanti, dove «il sentimcn~ to religioso è molto meno potente che nei paesi rirunsti cattolici ». Bi– sogna, per capire, ricordarsi della confosione tra << sentimento religio– so » e apparato clericale. lnfatti, nei 1rnesi proteslanti, l'apparato clerica– le è in genere mollo pili debole che nei paesi cattolici - mentre il sen– timento religioso come libera espres– aione della coscienza individuale è molto piìi vigoroso -, ma anche lo Mato i• pii, debole. Un breve esame tiella vila sociale (non poli1ica) dei paesi prolcslanti anglosassoni dimo– stra che la loro democrazia è qual– t'osa rii piì1 dell'orgnnizzazione poli– tica della borghesia, come è invece nei paesi cattolici, e che la sua lin– fa provi,•nc da formenti religiosi Ji– hcrj e dal senso di forza che quesli hanno infuso agli individui. Non è soltanto questo, beninteso: ma il fe– nomeno degli ohicltori di ,•oscienza (per citare un caso moderno) si fon– da su una coscienza religio~a svilup– pata e rif"onosciuta ed è cmltro le in– terCerPn'M' della burocrazia s1atn}(' con le co,;ci(-nze individuali. C'è, in questi lH1e,,i, tutta una tradizione lcoric:t e pratira cli origine religio– sa, che lf'nde a considerare lo stato un:1 semplice organizzazione delle C'O.!'òe tcrr<'ne, di servizi. collettivi, e ad impC'dirr la sua f'ticizzazion,:-. Lo a1lpara1O dericalf' vi è franlumalo e non accentrato, <·ioi- piì1 cliretta– mculf• ]l'gato ai fedeli che rimango– no - almeno in lcoria - gli arbitri della propria cos('ienza. Che diffe– renza - nel sellore religioso - con i nostri paesi, dove <C Cfriltà Catto– lica >) può negare valore alla coscien– za individuale e proclamar€' la pr""-
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