Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

mi leggerò volentieri i fascicoli !)re– cedenti di « Etudes materialistes ») i I perchè del fenomeno. A mjo pa. rere e secondo la distinzione che ho fotto precedentemente, si verificano due lcnomcni: uno proviene daUa paurosa oscillazione cui sono sotto– posti tutti i valori umani più natu– rali, Je crepe formatesi nell'edificio deUa moraJe ufficiale, nel disorien– tamento di individui e masse alla ri– cerca di wia ragione di vita e di una s1,iegazione di fenomeni su cui essi non hanno pili potere. La fiducia in se stesso che ha carntlcrizzato lutlo un periodo del– la nostra storia pare perdula; <1uau- 1 i sono coloro che si accorgono che dal Joro lavoro inteso a costruire sono uscite distruzioni, da un'opera intesa a libertà è uscita Ja dittatura? Ed anche qu.i ricadiamo in quel cam– pione di salute materialistica che è Jo stato. Le lotte sociali rafforzavano la società, non la burocrazia statale che le spegne e spegne con esse l'in– dividuo. Non sono individualista, ma chi non sente più se stesso si ri– fugia nell'irrazionale, nelle pratiche religiose più bigotte (preminenza delJe conversioni verso il cattolice– simo) in cui siano soddisfatte e que– tate le ansietà, le paure e quel sen– so di vuoto che proviene dalJ'annul– lamento di se stessi. L'altro fenome• no è il rafforzamento degli apparati clericali per calcoli puramente poli– tici e indipendenti dalla questione religiosa. Le supposizioni di Louzon sulJa politica estera degli stati euro– pei mi sembrano piutt.osto lrettolo– se; in ogni ,·aso, bisogna notare che il predominio clericale si manifeste– r<'bbe lrmnitc partiti che di ,1uestn loro con[essionalità traggono vantag- gio e tramite stati che godono dello stesso favore. In altre parole mi pa• re che ci si trovi di Cronte ad un ti– pico esempio di scambio di servizi tra burocrazia stataJe e burocrazia clericale, secondo una tradizione in– debolita o rafforzala ma mai spezza• ta . .li binomio altare-capitale, sosti– tuitosi a quelJo altare-trono, tende a modificarsi in altarc-slnto, non per predominio di <1uesta o queUa parte del binomjo, ma per naturale neces– sità di mutuo appoggio (che non esclude dissidi e lolle a fregarsi). I partiti democristiani rappresentano dmu1ue, a mio parere, non un pre– dominio dell'altare sullo stato, - ma una felice fusione delJe due burocra– zie. Basterebbe forse pensare al fat– to che le democrazie borghesi della Europa continentale hanno ben po– chi ideali da opporre alla religione moscovita, per convincersi che se il capitale burocratizzato aiuta la chie– sa non lo fa a proprio svantaggio, ma per coprirsi di motivi ideologici. li fascismo faceva altrettanto, Fran– co non agisce molto diversamente, il buon Stalin ha rafforzalo il clericali– smo russo, gli stati dell'Europa o– rientale hanno concluso patti con la chiesa, cedendo l'inseg,iam.ento reli. gioso nelle scuole - e sarebbe vera– mente iuteressanle, ai fini di una teoria sugli apparati statali e cleri– cali e sulJe loro connivenze, i rap. porti stabilitisi aUa chetichella, die– tro le strombazzate persecuzioni, Ira chiesa e stato nell'Europa orientale. Tn ogni caso si dovrebbe da buoni materialisti, studiare la composizio– ne inlcrna dei partiti democristiani, ~li interessi maleriali che <1uelli d_i. (cadono, e la posizione di questi in– teressi nei (·onfronti della <'hiesa per 207

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