Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

corpo a sè e si riveste di eticità per garantire i projtrj interessi senza moha differenza da quanto fa la bu– rocrnzia clericale. Il pericolo mag– giore è sempre di considerare J'a– strazione stato (e J'ahra conseguen– te, l'llnti.dltto) come viventi a sè, an– zichè nelle mille forme quotidiane della realtà; e il parlare continua– mente, il dare valore all'astrazione rafforza quel processo di eticizzazio– ne che fa sfuggire dalle mani il con– trollo della realtà materiale, che crea i fenomeni idealistici pro-stato. Ci sarebbe poi parecchio da di– scutere di qucsla storica antitesi ua chiesa e stato, specialmente se vi si vede, come Louzon, una lotta tra principi materialistici e IHincipi i– dt>alistici. La burocrazia statale non ha mai voluto eliminare la chiesa, nè questa ha mai eliminato lo stato, poichè gli interessi delle due buro– crazie sono convergenti e si Condano sugli stessi presupposti di autorità e di deformazione autoritaria delJa realti1 materiale. In ogni caso, si ri– mane un poco dubbiosi davanti alle spiegazioni avanzate da Louzon cir– ca: a) la coincidenza del sentimento religioso con la burocrazia clericale (,~onfusione, pili che coincidenza in quanto si scambiano continuamente due termini diversissimi), b) il raf, forzamento deU'irrazionale nella so– cietà di oggi, e) la confusione tra idNtlismo ne] significato filosofico della parola e idealismo come re1i– giositìi, necessità di soddisfazione di impulsi extra-materiali, d) ]a descri– zione delle differenze tra il mondo r)rotestante e quello cattolico, e) i modi con cui si manifesta il predo– minio della chiesa sugli stati. T! sentimento religioso, cioè i] sod- 206 disfacjmento degli <<interessi ideali)) non coincide necessarjamente con la burocrazia clericale, Ja chiesa. Questa è un'entità politica, w1 corpo di interessi precisi e manifestantisi con tattiche schiettamente temporali anche se fondate sul controUo degli impulsi irrazionali come fonte di poi.ere. Il materialismo che confonde la religiosità con la politica cleri– cale riconduce aUa vecchia tattica delle discussioni sull'esistenza di Dio per colpire il prete. Se per sociafr intendiamo invece ciò che riguarda l'individuo come componente della società (esistente prima e esternamente ad ogni appa– rato di controllo, nel1e sue esigenze spontanee e naturali), l'esigenza re– ligiosa può essere combattuta o di– Cesa indipendentemente dall'esisten– za cli costruzioni clericali. Se per polirico intendiamo tuuo ciò che si riferisce ad apparati dominanti e de. formanti le libere esigenze sociali, si scopre che l'esistenza di un'organiz– zazione clericale accentrata è da combattere indipendentemente da1la (•sistenza di un sentimento religioso e <lalla posizione cl1e di fronte a que. sto si assume. I l)iit duri eomhatten• li contro l'a1)parato clericale sono venur i da convinzioni religiose radi. cate e liberf', come i pii1 tenaci ne– mici della religione (intesa come li• bera aspirazione ideale del singolo) vengono dall' a1>parato clericale. Non difendono nè l'uno nè l'altro, ma bisogna distinguere. Il rafforzamento del sentimento religioso e perciò della chiesa, ver– rebbe, secondo Louzon, dalla ten– denza a sottrarsi alla considerazione dei propri interessi materiali. Lou– zori dinwntica però di dirci (ma

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