Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
dei vaJori universali che costituisco– no Ja uoslra umanità al di sopra del– la noslra animalità. Solo, un vaJore univcn,ale - il Bene, l'Arte, la Ve– ri ti, - ha i.I diritto di esigere la no– stra totale devozione. Nessun scher– ma, nessuna autorità temporale può interporsi nei rapporti che noi in– trt1.1teniamo coi valori eterni. Difen– dere la libertà della cultura significa difendere il nostro diritto di essere dei produttori di valori universali, di dare il nostro conlributo all'u– maui1à e al progresso, di servire. Gli ostacoli che incontra il socia– lismo possono provenire dai duri e lt•nari interessi di cl.1sse. Possono anche provenire dai dubbi sulla vi– lalitÌI e Cecondità di una economia colll'tl i\•izz:11a. Ma, S('Condo me, Ja resislcnza pili forte di cui i comuni– sti rifiutano di rendersi conio, è dovuta all'interprelazione tl('I socia– lismo come nemico cle1l'inclh•iduali– tà. Ecco che cosa urta lo spirito del– la n·oslra civiltà, individualista dal– le sue origini e che deve al suo indi– vidualismo ]e sue grandezze ed i suoi successi. È nn grave errore, non fosse altro che da un punlo di vista taltieo, con– sider.'.lr<' quest'individualismo che si m:mifesla pili che mai nella libera cUhura, come un fallo borght>se. Parlare così, è Care il piii grande c:-lo– gio alla borghesia e giustificare la su:1 J>rcminenza come classe <lirigen– tr ed and1e come classe « progressi– sta )>. 1 comunisti non si rendono conto che è proprio quest'errore rhe li guasta e li corrompe interiormen– tt' ed apJlcsantisce la loro azione. rnsomma, si cade in tJuesta con– lraddizione: si <e emancipa l> l'uo– mo e lo si tiene sotto tutela. Si inse- 200 gna a leggere ed a scrivere e si fissa ciò che dev'essere letto e scritto. Si moltiplicano Je università aprendole ai figli del popolo, e si prescrive ciò che Je uni,•ersità debbono msegnare. È Ja stessa contraddizione del dispo– tismo illuminato del XVl11 secolo, che voleva dare ai popoli la luce e con questa allargare la loro felicità. Ma Kant ha denunciato <1uesto « pa– ternalismo imperiale », come la peg– giore delle tirannidi, e Goethe ba ri– conosciuto in questa idea di « ren– dere felici l> i popoli per mezzo del– l'autorità, il pili astuto miraggio dia– bolico. Per quali motivi il socialismo che non può essere inteso che come e– mancipazione della persona umana, può degenerare in oppressione? Una prima spiegazione concerne la tauica. Gli org-anizzatori di mas– se popolari. in vista di conferire al movimento una disciplina cd uno slancio rivoluzionario, avrebbero sentila la neee'-..it:1 di imporgli una dottrina unitaria e clogmatica. È la tesi dello storico francese Elie Ha– levy. Una seconda s1liegazione è ine– rcnle alle strette relazioni tra socia– lismo e civiltì, industriale meecanj. ca. Il SO(·ialismo è nato con la fab– brica e la fabbrica e11ige l'assen•i– mento dell'individuo. La. <( dis.cipli– na )> meccanica si trO\crebhe cs!Psa alla società intera. Le libertà uma– niste a1)parlcrrcbbero ad una fase pre-industrialc. TI sociali'-rno anti– individualista sarebbe la forma im• posta alla socie1(1con l'idustrialismo. È, se non m'inganno, la tesi del so– !'iologo Giorgio Fricchuanu. Una terza spiegazione si riferisce-
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