Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952

NOMADELFIA LA CRONACA D"ITALIA diventa sempre più fittame,ite oscurata dagli ù1ten-e.nti della Chiesti cattolica, che è all'opera per trarre profitto daUa (( vacanza di giudi:io critico>> generata tra noi, dopo la scomparsa del fascismo e dalla. sua. sostitu::.iotr<> con il PC e la DC ugualmente fanatizzanti. E siamo arrivati ad un punto di tale impudtmza in quest'opera cli con.qui• .1ta, dal Vaticano fino ai parroci più mode11ti, che perfino gente sorda come i liberali si son posti in allarme, e risuona ora dappertutto (ma con quante riserve ... ) il grido di richiamo dt>l « laicismo ,,. Un ultimo episodio <lell'arraffa-arraffa della Chiesa merita rilievo par– ticolare perchè vi si può percepire il rigurgitare d'un animus inquisitoriale che fo gente-per-bene (mcfu, lrtictt riumeva ormai rele!(lllO nelle storie. Don Zeno, l'infaticabile prete che ha creato dul nulla l!t comunità di grandi e di ragazzi di- Nomadelfia - costituita com'è noto con famiglie ir• regolari, d'uomini e dorme che vi adottavano come figli. gruppi di bambini privati dei genitori - lrn ricevuto dal S. Uffizio l'ingiunzione di abbando– nare l'impresa. La gestione della comunità pmserà ora ai Salesiani, più ortodoni. E certamente non occorrerà molto tempo percliè i Sa lesi.ani. de– voti ed ubbidienti. disfino l'eresia di lJimbi che cl1iarmmo mamma e babbo donne ed uomini i quali. per meritarsi quei nomi, non avevano dormito insieme con l'npprovazione preventiva del prete. Eppure don Zerw ha ub– bi<lito. Piangendo. aggiungendo di sentirsi « l'uomo più infelice della ter– rt1 )), nw ha. ubbidito, purtroppo. Don Zeno l'abbillmo seguito di lontano fin dal princi,pio del suo la• 11<.wo. Abbiamo visto, compiuto <fo. lui. il maggi.or rnimcolo del nostro tem– po: spremere denaro dalle borse di ricchi molto ricchi. E ci siamo ralle– grati. di constatare. tra i tanti imprevedibili lasciati.ci in <'rt>ditàdalla cor– ru.:rionr•e dal disfacimento del fa6cismo-guerra, questo imprevedibile mag– {(iore d'un pret.e cattolico che riusciva a non farsi scomunicare tentando - sù, pure etttro i limiti del suo caso - la pratica d<'llacostruzione di fa– miglie fuori del vincolo sarramentale. Non ce ne siamo rnai occupati, ol– trt> tutto, per il timore che un nostro commento amiclte,,ole potesse còn– correre a svegliare il mostro che dormiva. Ma ci eravamo sbagliati. Il mo– stro <'raben sveglio, P-d.nspet.tavrt solo il momento opportuno per colpire. col suo solito pugno duro e rapace rivestito di velluto, Om che don Zeno ltrt riccetwta l'i11giunzio11e, che accadrà dei ragazzi e dei KTandi di Nom11delfia? Noi auguriamo (ma s<'11::a molte speranze) che i cittadini di Nomadt>l- 190

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