Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
se voleva Care la pace gli offriva die– cimila talenti (circa 10 milioni di dollari, somma enorme per <1uei tempi), tutti i paesi sulla riva destra dell'Eufrate e una clclJe proprie 6- glic in moglie. Alessandro convocò a consiglio i suoi generali. Parme– nione disse: Se fossi Alessandro ac• cctterei le proposte. - E io pure, se fossi Parmcnione - ris1l0Sc Alessandro; che conquistò la Pereia e l'India e costituì il pii1 grande impero dei lcmpi suoi. Ma se utiJe è la lettura di Plutar– co, non meno utile è la lettura degli slOriografr moderni che dimoslra: poter avere le leggi storiche, somme di casi, il loro momento di satura– zione per Ol)('ra di un solo o di pochi, ma esser stati gli uomini che pare abbiano guidato il mondo l'espres– sione di bii:ogni e di aspirazioni di determinate società. Eroi fuori e al di sopra del loro tempo non esisteltcto mai, poichè ogni eroe è un prodouo elci tempo suo e sui contemporanei può agire, perchè costoro da lui vogliono, o si lasciano, essere influenzati. L'Eroe del Carly"le, che vive di se stess-o e dalla sua anima ricava tutto, è un fantasma. Quando il delirio romantico-mi– stico non lo faceva vaneggiare, lo Slesso Carlyle si è elevato ad wm vi– sione universalista della storia. Scri– vendo dell'Eroe qur,/e poeta, e pre• cisamente cli Shakespeare, gli sboc• eia qursla gemma s<'intillante di ve– rità: non essere abbastanza medi– tato ('OlllC << non v'abbia pensiero, parola od alto d'uomo, che non isca– lurisca anche da tutti gli uomini, e non operi, prima o poi, visibilmen– te od invisibilmente, su tutti gli uo- mini. E tullo un albero: circolazio• no di succo e d'LnAuenzc, mutua co– municazione <li ogni pili minuta (o. glia con ogni più profonda fibra delJa radice, con ogni altra più gran• cle e pili minuta parte <lei lutto >). E scri,•endo della Divina Com.me– dia dirà che essa è opera di una de• cina di secoli cristiani. Bagliori di verità che si perdono nei fomi d'incenso. A ro,,esciarc la concezione iclcali– Stica de1la storia, base <lella filoso– fia della stori:1 del Carlyle, è venuto il materialismo storico, il sistema metodologico il più focondo di ve– rità. In esso il rapporto tra l'Eroe e il tempo suo è chiarito e definito. << li fat10 slrsso - scrive Antonio Labriola, nel suo « Del materialismo storico », - che la storia tutta pog• gia su le antitesi, sui contrasti, su 11• lotte, su le guerre, spiega l'influen– za decisiva di determinati uomini in determinate occasioni. Cotesti uomi– ni non sono nè un accidentf' trascu– rabile del meccanismo sociale, nè dei miracolosi creatori di ciò che la società, senza di loro, non avrebbe fatto in nessun modo. Cli è l'intrec– cio stesso delle condizioni antjteti. che, il quale fa che determinati in– dividui, o geniali, o eroici, o fortu– nati, o malvagi, siano chiamati nei momenti critici a dire la paro1a de– ci-,h•a. Mentre gli interessi partico– lari dei singoli gruppi sociali sono in uno stato 1aJe di tensione, che tulle le parti contendenli a vicenda si paralizzano, a muo,,ere l'ingra• naggio politico occorre )'individuale coscienza di una determinata per– sona». L' historie-bataille, la storiografia 185
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