Volontà - anno VI - n.4 - 29 febbraio 1952
('Ompromesso i Sindacati e perfino Je stesse sezioni tecniche dei Sinda– cati, sono libere· di prendere qual– siasi decisione che non vada a sca– pito del complesso organico. Que– sto principio è rigoroso, e si può afTermal'e che sono i Sindacati a in– dirizzare e regolare direllamcnte gli orientamenti della Confodcrnzione. La base di qualsiasi accordo di tipo locale, regionale o nazionale, è sempre la assemblea generale del Sindacato, a cui possono partecipa– re proporre, discutere e votare tutti gli aCfigliati. Le deliberazioni sono prese a maggioranza, attenuando il sistema con il voto proporzionale. 1 Congressi straordinari si tengo– no secondo il suggerimento dei Sin– dacati riuniti. Perfino i punti di di– scussione sono suggeriti dalle assem– blee, in seno aJJe quali si discute J'ordine del giorno e si nominano i delegati, mandatari dell'accbrdo collettivo. Quellto (unzionamento (e. dcralista, dal basso all'alto, rappre– senta una misura JHeventiva contro ogni l)Ossibile degenerazione autori– taria nei Comitati rappresentativi. 1 rncLodi di lotta della C~T sono quelli J)ropri del sindacalismo rivo– luzionario, cioè la così detta << azio- 11<' direlta ll. Questa tattica implica, da una (latte il rifiuto di ogni arbi– trato u[fìcialc o di qualsiasi specie nei confliuj tt·a il Capitale (o Jo Sta– to) e i Sindacati: dal!' altra la ri– _nuncia completa alla lotla clellorale e parlamentare. L'anarco-sindacalismo ha dedotto quesli 1netodi dai suoi stessi princi- 11i e finalità. Esaminiamolo. La Confederazione Nazionale deJ Lavoro lotta per la soppressione del capitalismo e dello Stato. Secondo la CNT lo S1ato è per sua natura un organo di OJlpressione, di corruzio– ne r di privilegio. Si intende per Stato ogni organismo centrale di Po~ tere inseparabile da un aflparalo re– lH'essivo, militare o poliziesco. Lo S1ato, di cui il ca1lilalismo non è che la forma economica esterna, è il nemico numero uno del progres– so sociale. L' auarco-sindacalismo considera lo Stato incompatibile con il ·liberalismo. Lo Stato non può es– sere liberale se non nella misura in cui restano rispeltati i privilegi e le gerarchie tradizionali che rappre– senta. Ed è bene dire che si consi– dera pure come una maschera la trasformazione democratica dello S1ato. Per lo Stato la democrazia non è stata altro che una necessità imposta da11e circoslanze ed uno strumento efficace per servire me– glio i suoi inlt>ressi di casta, di po– tel"e assoluto, dj autorità indiscuti– bile, senza interferenze. Lo Stato ubbidisce sempre ad una mentalità di casta. Ogni deviazione dal principio del. la lotta diretta viene inteso come r;ollaborazione: cioè <'Ome negazio– ne d('I principio di lotta di classe. Il parlamentarismo, oltre a ra1,pre– !lcntare una scuola di corruzione e cli demagogia, conduce faLalmcnte o alla conquista dello Staio o alla col– laborazione con Jo Stato. La conqui– sta dello Stato è sempre una illu– .Qione. Lo Stato conquista al fine tul– ti i suoi conquistatori, 01,purc con– \.·crtc in Stato quanti giungono fino ad esso sia per 1a via delle elezioni sia con la presa violenta. L'azione dirella confederale signi– fica un esercizio permanente di lot– ti.1. Significa, d'altra parte, la pre– parazione tc<'nica, morale, culturale ed organica dei lavoratori in vista 173
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