Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952

In qudto, rni p:u·"• è l'csseuiiulc dcl– L11wrd1i,;mo. Non d.i. una comoda ,,ia JH'C· 1rw"1·iata su cui ciascuno si poilsa incam• 111inarc sc,ua troppe riflessioni. In fondo, è un modo di dire: r(1 apcrrn stnu.la J) d,c è il mio solo cammino io s1esso debbo, in– "'icmc ,d mio prossimo, costruirmela via ,,ia: ,,J io/noi. 11011 ahri JJiÙ saggi di noi. Cosi, bi ilom,mda rondusiva di G.G. ha la :<trn ri~posl;c Cu11 rhi .~i 1mò fovomre? Con 1:J ;::cnlc che ~.--nti:11110 (JrOS~irna, i candi1li i limpidi i forti cd umili uomini e donne l'hc 11clla \'ila 1>crscg11O11O tenaci - roi piedi llulla 1crra - il proposi10 ,lel– la rnrli1·alr liberi:', un'lrtna. (Gli altri, i C"a• pi ed i )l'.rcgari dclk « slrunurc ,,, lascia– moli pure ai loro cffi111cri sue,"essi, de~ti– nati a svanire 11uamlo il sole torni oltre la ,·ortina ,li buio ..J1e l'i vorrebbe asfis– siare. Gi.'1 lanti .sono ormai 11ucs1i grandi fallimrnti, nella nostra ~loria. Il saggio dc, ve solo ~aJ)crli aspcltare. mentre OflCrH se• condo se stesso). S<'nia fretta, senza impazienza, ogni gior– no fare il po<'o d1c si 1rnò: e l'a,,venirc ri flarè1 poi rap.ione, Vi"a la vira! (( ... sen'"" l" co,1si<frr11:io11i. rii/e (fflflli Attendismo 1t ... l'im/i/]enm:11 e f'i11decisiu11(' di mo/. ti (tra 11oi) è purtroppo wrn n•altù, M{I .~l,aglierebb<! clii l'attribuisse a sum– chezzu cii a sfùlucia nel nostro ideale. Le ragioni cli 111rnsro ut1e11dis1110 .~ono multi• pie e complr>sse. /.,u s1ali11ismo rap11resf'11• f(I il maggior vericolo vresellf<! che mimic· ci la s1Jeci<! umww, in /litio ciò che essa ha cli valori morali. e materiali. Si .tarcbbe 1lum1ue ,e,uati di prf'11df!H! deliben111m1f'11• te posizione con1ro di esso, ma l'antagoni• .~nw ira lo Sf(I/O russo ed il reMo del • m1mdo {dal papau, e dal. /11lw1gi.w1w ali<! setlicniti clemocra:ie) i: wle clic al farlo si 1ms.<t1/Jf'r dei partigia11i di f/Uest'"ltimi. J,u st<!.~so 11cc1ule -~e si prende posizione contro (lo Swto flnwriC(//IO), l'altro gros.•o crimirwle clic febbri/me11te si Sf(I prevar1111- 1/o ,,fil, guNr11: i co1111wis1i diC<,no s1,bi10 d,e sei ww 1/ei loro. " gli m11ir.:01111wisti ti c:un/omlono a11ch'essi con i loro /lvvers1t– ri; ed anche <11rns10riv11g11a. Da ciò 1a,11e riserve. Si dirà clie si può essere cm1tro i due colos~i. se11:a essere cori/usi cori 11es– .m110. Questo è difficile per clii scrive .m giornali e rivisle, 11H1 (' ancom pi,ì flrrluo 111u1mlo si dei;e fare la propap1111fo .~pie• 60/a 11el camiere e nell'o//icina. j(lcciamo eco. meno 11 quella che i11vita a G. M. ,, mlle![rar.(i dello vit11 1)••• Jl, Blan<' Mesnils, 9-12,1951. R. M. \apoli ((( Sl'intilh >l), dicembre 1951. Eppure, (( rallei;rarsi ,ldla vita ,l i:: i•osì ovviamcnlc il primo moto umano, il più nel'cs~ario dei moli umani. I 111alidel no• ~tro tempo lianno 1·omc radkc psirologica il pessimismo, la sfiducia nella virn. la sfi– (luria uegli uomini propria dei canolici e dei comunisti che pensano solidali: noi sappiamo che cosa la gente clcvc fare per vivere felice, soltanto noi. Ci pare che bisogna riuscire a gu11rdarc oltre il buio, se si vuol vinC"crlo invc('c di 1asciarlk!ne sovcrrhiarc. E R. M. stesso Jo fa in questo tempo com·lusivo delle sue tante e 111ohcplici esperienze di vita - l)Oi– d,t: è rimasto al suo po~lo di lotta ,·on il \'Oraggio e la volonti, di sempre. 160 La posizione degJi anard1iri non è mai siata una posizioue <"Omoda. Essa diventa, naturalmente, antor più stomoda in lClll· po 1Ji guerra o dì post e prc•gucrra. Ma le dìfficohà ~ono le ~lesse 1an1O per 1·hi seri, v;• 11uaillo per dii lavora nelle offi,,inc 1·O11- sidcrato ,·he !:i pogizionc di dii scrive non è mai una posizione as1rat1:1. ma di uno che lw anzi maggiormente il dovere cli essere coercnle tra quello rhc dice pubbli– c-amente e quello che fa. Perciò noi rimaniamo convinti fcr111a– men1e che sia necessario 110,r. scegliere nè l'uno nè l'ahro clei clue blocchi antago– nisti, anzi, batterci positivamente contro l'uno e <'Oniro l'altro. Le ragioni di quc• Sia nostra posizione sono così di buon sen• so (non le ripetiamo qui pcn·hè le abhia•

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