Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952
<Juest.t ,olta sollo lorma tli un ... [cu- 1l0 del papa. Dopo di che l'ubbiclien• te re di Francia, sciolse il suo eser• cito. La dcbolt·zza dello Stato aveva CO· si condotto alla onnipotenza della Chiesa. Viceversa, quando in seguito alla stessa evoluzione del feudalesimo, riapp•1rc Jo Stato, li.Il vero Stato, la Chiesa è C0i,Lretla a battere in ritjrn– ta: è costrclta a non più rjvendicare la direzione della politica dei capi t<lcmporali" sotto il pretesto che ha il <liritto di emendarli dei loro pec– cati. (Jucsto avviene alla fine del trcdi– ce,.imo eccolo che, in Franda c in . Jnghiltcrra, fu il secolo deJla costitu– zione dellò S111Lo. t per questo clic, quando neJl'ultima decade del seco– lo, il papa Uonifacio Vlll, conti– nuando la tradizione <li Gregorio Vll dell'undicesimo secolo e di Innocen– te 111 del dodicesimo secolo, vuole sottornellere il re di Francia e quel– lo d"lnghiltcrra alJe sue esigenze, 1,rt•lcndcmlo di regolare in virtì1 dei suoi diritti di papa il confliuo che 1:-coppia Ira il re di Francia e <1uclJo 1l'l11ghihcrra o tra quest'ultimo e quello di Scozia, 1rova contro di sè 1a1110 il re J'lnghilterra sostenuto dal suo Parfo111coto quanto il re di Francia sostenuto dai suoi Stati-Ci!• ncrali. E ,·iò avviene perchè c'è, al• lora, uno Stato in Francia c<l uuo Staio in Jngliiltcrra: cd è il papa che <leve iuchinar,.i. Così come dice Pi– rcunc, « La politica pontificia solle– va contro di sè, nello stesso tempo e 1,er gli stessi motivi, la resistenza dei due 1•aesi <'h<', dalla fine del trcdi– c,•~in10 secolo, posseggono 11110 Stello 1;1 rffl/l('ltf(• ('OStit11ito )), ~1a il pemlolo non ~i forma mui udla sua po.siziont· tli c<1uilibrio. Bi– sogna sempre allargare le vittorie per poterle consolidare. Gli Stati che sono nati da poco, non possono limi– tarsi a resistere vittoriosamente a1le intrusioni del papato. Vogliono met– tersi completamente al riparo di o– gni suo ritorno offensivo spezzan– do tutti i legami, rmchc quelli ideo– logici, con colui che ben intendono avri:t sem1,re come dourina, per la sua stessa essenza: io sono il solo interprete di Cristo, e debbo perciò. go\"ernarc tanto i corpi come le ani– me; io ho il controllo del potere 1cm1,oralc come di quello spiri1ualc; i <'api dello Staio, in lutti i tlomini. non sono che i miei delegati, il brac– cio che eseguiscc i miei ordini . P<'r questo, durante il q11:11tordic,·– simo e quindicesimo e sedicesimo se– colo, continuerà la gr:mde opera di laicizzazione dello Stato conosciuto sollo il nome di t< Hi!orma >l. Con la ,,ostituzione cli moltepli('i chieM· ccriformate», delle <111alimol– le harmo carattere nazionale, alla Chiesa cattolica t<una )> e 11ni,·cnmle, lo Stato non ha più tla tc1111•n• cli(' venga a clettargli la sua legge nn po– ter,· spirituale, la cui forz:1 proviene, come per Rorna, solo dalla unilà e dal ,;uo internazion:llismo. Co<.Ì, co– me lo dice Tlcgel, <elo sc·i~nrn delle Cl,it•..:.e è ben lw1gi dall'e<.<.cr stato una disgrazia per lo Staio; al contra– rio C per opera sua eh<' lo Staio ha potuto di,•entare ciò ('hc era il mo deslino )). Al tempo di Filip(lO il Bello e di Bonifacio VIII, il l('ologo inglesi" D'Occam, generalizzando la contro– versia, affermava clic 1< lo SICSSO GC>– sl1 Cristo, come uomo e come mori a– lt•, non av('va il di,·iun di ccnsura1·e 'Pihnio ii. Mf'zzo 1:-1·,·oln dopo. il suo il
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