Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952
,-arattcri, come un m<'mcnto (ma chi lo ha ascoltato?) <JUCsta(rase di Gu- 1kind: 1, ci dirigiamo lentamente ma irrevocabilmente verso la scomparsa tlcgli Stati nazionuli sovrani. Ci di– rigiamo verso J'unitì1 del mondo. In un mondo senza Siato possono esi– stere solo Stati funzionali. E in uno Staio runzionale non ,,'è posto per città « sovrane ». Meta della trasfor– mazione è Ja Regione senza Cf'ntro. Si avrà così un adallamento generale reci1)roco 1 una rareCazione equilibra– trice c una integrazione varia Ml sca- 1:i regionale e nm~ionalc di <p1elle t·lw un tempo venivano chiamale zo– llP urbane e rurali. ))Giuslissimc pa– rol<' dentro le quali risuona la voce 1li Kropotkin, con la sua interpreta– zione so,·iologica tanto pili viva di c1uella marxista l)erchè priva di sche– mi e vivamente a contano con la piC'cola. modesta realtà di tutti i ,tiorni. Ma strano davvero è l'uso 1•hf' ne slanno facendo codesti archi– tctli, j quali pur sembrerebbero a lui richiamarsi: nncora una volta prC'vale l'autorità, pre,,ale una spe– cie di alto-investitura solenne che ammanla coloro i quali si sentono chiamali a comandare, a illuminare la povera gente ignorante .. Spontaneità è uguale a liberlù? Quella gente, che quando è 1nscia– la lavorar da sola crea l'architettura (' l'urbanistica spo11ttmee. La saJa che la illustrava è queJla che ricevette i maggiori elogi; ma più li abbiamo letti e più ci siamo r•cnmasi che nessuno aveva fatto lo sforzo di esaminnrla a Condo, e che ancora una voha tulio era confuso da tiuel medesimo-conformista che !02 1 irne sollo Jc sue ali 1a 9a Triennali", Che cosa è, in effetti, o meglio clu: cosn si deve intendere per architet– tura spontanea? E che cosa riusciva a capire il visitatore? E che cosa vo• levano che egli capisse, gli organiz• zatori e l'allestitore? Sarà bene incominciare liberautlo il campo dnl problema allestimento ~~ 1 e~ a~;::~: '~!;; 11 :1:;~e::~s;:e~:s::r':!~ Soltanto dopo ripetute visite s'inco– minciava ad a\'vertire quel <e passng,# gio )> dal monte al mare che avrebbe dovuto rappresenlare il fìlo condut– tore del racconto; soltunto passando e ripassando (con una cura e inte– resse che nessuno dei visitatori nor# mali può 1.1\'ere)ci :ii accorgeva clw nei pennelli contenenti fotogrnfie ,. piante di cnsc e di paesi a poco •• poco ci si sposlava dai villaggi della aha montagna ai paesi della pianura e a <1uclli lagunari: nè a Carlo capi# re era cerio sufficiente i I trascolorarf" di verde in azzurro del telo posto a sfondo dei pennelli (noterò che ,.i dimostrava piÌI bella ed emotiva la parte che descriveva case o paesi sul mare: maggiore l'accordo con il put~– saggio, piÌI lirica la visione illumi– nala dalle acque .... ma non sarà sol– lanto una ragione di fotogenia? L'm·• qua è estremamente fotogenica, lo si sa; e se così fosse buona notte al– la « spontanea »!). E poi llnbrogliava le carie la evi– dente scarsa omogeneità del materia– le raccolto: non per dare orecchio a <1uanti affermano che la 9a Triennale si è svolta sotto il segno della colla– borazione intesa nel senso di accon– tentare tutti («compromettere>) tut– ti?), dando al maggior numero pos– sibile di architetti d'ogni regione i– toliana un pezzo della torta dn di-
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