Volontà - anno VI - n.2-3 - 15 gennaio 1952

niti1. La <e democrazia cristiana )l, a– gendo legalmente all'interno degli Stati, partecipando al funzionamen– to dello Stato laico secondo le nor– me dello stesso Stato, ha sostituito il legalo pontificio e la padronanza del– l'apparato amministrativo laico del– lo Stato. pf'r mezzo dei ministri cat– tolici si è sostituita, e con quali mag– giori_ vantaggi, alle folgori della sco– munica. 01,!gi, tutli gli SLaLidell'.Eurnpa oc– <·idPntale c.:ontinenlale, quegli stessi t·he nve.vauo una volta condotte le piì1 nspn· lotte pe1· sottrarsi .fil domi– nio ddla C:hiesa. sono totalmente o parzialm(·utr g:on•rnnti dal partito rlei preti. In Ttalia, 11rll'ltali:.1 dt>I Riwrgi– nwnto. 1wll'ltnlia elie 1wr liberari,:i dalla dominazione strani('ra ha dov11- lo slrnppare due \'olle di viva forza Tioma al Papa. la drmo<·razia cri-,tia– na possietlc la mag~ioranza assoluta alla camera e governa praticamente <la !-Ola. Nella Germanii1 occidenl.lle. la Gennanfa di Lutero -e della Kul– lurkampf, dove i cattolici rappresen– tano forse Ja maggioranza della p·opo– lazionc, ma una maggioranza in tut– li i ,·asi 1nolto debole, Roma ha an1- to la furberia di c·osl:ituin· un pai-ti• Lo ,•omunr insieme ,ai protestanti. ciò ,·he le assicura. proprio come in I1alia. la direzione del governo. In– fine. in Francia. il vecchio paese ,lcl Iihero pemdero. il primo paest• che i,Ì rra liberato dal giogo del p,a1n1 <·irca cinquecenlo armi prima drlla Rivoluzione franccsr cd il cui pro– gl'esso. sia intellettuale che politico, si è ~emprc rcaliz,rnto con una lotta :iperta e<f ,accanita conlro la Chiesa, In Francia del gallica11ismo. dell'En– ci<·lop"dia e della RivoluziorH'. che if'ri ancora era la Franci:.1 cli Dr~y- fus, ,edc l'.M.R.P. solidamente i11· crost.alo, dal primo giorno della li– berazione, nella {lirezione della sua ·1)()liLica eslera, prima con Bidault e poi con Schuman. Dettaglio caratte– ristico: Roma, la cui posizione iu Fran<.:ia è alm.eno meno Corte che ucgli altri due grandi Stati dell'Eu– ropa occidentale, ha dovuto parec– chie volte venire a compromessi con certe posizioni che occupava IML'Ce– clenlementc, ma non ha mai abban– donalo il MinisLero degli Esteri (<:iò clic non le irnpedisrc affalto, natu– ralmente, di fare anche un grande sforzo ller CÌIH'enderc il oontl'Ollo della politica interna. Ne è una prn• va la prima hallagl ia che ha scate– nalo e ,vinto, p·er rip1·endcre allo Stil– lo francese l'insegnamento. Petchè, 11011 ingmrniamoci: è qucela la 110- sla. Chi insegnerà? Chi educhcrit il fanciullo e islruirà il giovane? La Chirsa o lo Stato? li prohlema J)O· sto {lalle r(~('enti misure non è quel~ lo delJa Jiberlil o (lel mo1101)0lfo. :Nou si tratta che di un dibatlilo tra due monopoli, quello della Chiesa e c1uel– lo dello Slato. che tendono amhf'duc necessariamente .al nwnopolio. per il fatto che ciascuno crede sia funzione sun prop·r·ia queHa .-1.'inst•gnarc. C:ii, che cerca Ja Chiesa cattolica. sollo il co1>erchio de!Ja lihcrti1, 11011 ,-. al– lro che di soppiantare lo Stato <.:omei padrone e, se possibile. rimaner(' l'u– nica dispensatrice dell'insegname11- to. Per essa, l' insegnamento deve cessare cli essere uua funzione d◄•llo Stato, deve diventare quello ehf' è stato durante i secoli passati: un af– fare esclusivo della Chiesa). Nei piccoli paesi dell'Europa OC• ci.dental<'. la siluazion<' è simile a <Juella dei Ire p•wsi maggiori. NPI Jlclµ-io. l<"rra delle grandi lot- 73

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