Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951

dicata alla forma dell'utile: una e– decC>rarecon la ceramica i negozi di Motta. Arligianato e "proporzioni" demiurgiche In sede artigianale si salvano i \'Clri seppure imparagonabili con quelli svedesi; in piena crisi, invece, la ceramica. F.,•identemente i I problema del– la collaborazione fra arlisti e ar– tigiani continua a essere del tul• 10 sbagliato tanto nell' impostazio– ne quanlo nei risultati. In con– lrapposizione alle brullure lradizio– nali di 1111 ur1igianato che copia pas– ~iHtmentc l'Ottocento (che rontinua a ripetere meccanicamente i motivi formali di una socielà scomparsa) :-ta 1nendendo sempre pili piede un .-1rtigianato la cui ispirazione ha lu sua fonte in certe riviste della carta patinata: tra i due equivoci è quasi pr~feribilc il primo! La ,·eritlt è che µ:li artisti disegnano freuolosamente 1· .\:prezzantemente, senza conoscere 11•singole tecniche, per artigiani chP. r54•guono con buona tecnica disegni cli cui disapprovano assolutamente il gusto. Ma già! Come ci si può perdere in codeste quisquilie quando gli artisti e i critici si sdilinquiscono per la « Mostra della proporzione »? Uno degli esempi più gravi, a parer mio, di un modernismo fondamentalmen– te volto all'antico e al negativo. Non per nulla, su\'via, nella rivista della Uni\'ersità Cattolica di Milano - v;r.a e Pe11siero - un lungo articolo della profossoressa Eva Tea trattava codesto argomento; non per nulla accanto a esempi di proporzione ti- 1>ografica venivano mostrati minera– li, legni e persino pagine di musi– ca... la proporzione divina ... sap– piamo che cosa si può nascondere 80110 codesti misticismi da pochi sol. di, che cosa può contrabbandare un argomento <;ome questo. A poco a 1•oco, un passo dielro l'altro « l'uo- 1110 misura di tutte "le cose » diventa un uomo astratto, avulso dalla socie– tà e, direi, sciolto dalla sua carne: un modulo, appunto. Nel caso mi– gliore un pericolosissimo incitamen– to per l'arlista a credersi autorita• riainente signore e padrone dei pro• pri simili. CARI.O Docuo "~Noi non 1iamo liberi di giocare col carattere ,acro della ftJllrirà. Volendo per,uadere gli altri per tal via, il no,tro primo ,ucceuo sa– rebbe quello di inganbare noi 1tt?ui. La vita umana è un dramma co1i/fauo che attenendoci alla noetra parte, e cercando di far valere i ,entimenti che eua ci detta, ci accade ben pre,to di persuaderci di euere daftJftJero ciò che abbiamo ftJoluto rappre,entare, Bi1ogna u,cire di ,cena, bi,ogna eHere ,è Ueui ... "' W. CODWIN 42

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