Volontà - anno VI - n.1 - 31 ottobre 1951
do"e la gente finisce col non potere alzare gli occhi dal registro che sta compiJando. Mi pare che gli uomini vengano ricordati, qui, soltanto in certi casi molto spettacolari ma di nessun cf. fono pratico; mi pare che Mucchi !Cambi la metodologi• della psico• tct:nica (colori, condizionamento di aria, a.miche\'Ole trattamento del di• pendente, ecc.) con un suo desiderio di miglioramento ed c1e,•aruento so-– ciale inottenibili con quella mctodo– log·ia che è puramente e scmplice– m1~nte al servizio di una maggiore produzione capi1ulistica. Non per nulla, del resto, la citatissima fab– brica inglcFc di cui si offre un mo• rlf"llo è 8opruttutto lodutn, nelle di. ,lascalif', (H'r lu massima liberti, che offre a una disposizione sempre di• \'f'rsa dellf" macchine. E gli uomini, caro Mucchi? (A meno di non <lo-– ,·C"r pensare che, dal punto cli vista flello stalinismo, gli uomini d'ogj!i non contano). Oall' aula ecola1tica alla pubbliciti, eenipre autorità. Egualmente di.scutibile la salella risernla agli arredamenti scol:asli• ci. dove buona è la rapprescn1azione calda di colori e divertente per i di– i-cgni (alti dai mu1ilatini, ma ancora si presentano i piccoli banchi a un posto o a due posti: ancora, ci !li richiama a una sistemazione che sot. tintende l'autoriti, delta cattedra di fronte ai poveri fanciu11i allineati uno di fianco all'ahro con le mani in seconda; una sistemazione dun• tfUf' non libera, conformista, rt'.'a• zionaria. Gelida la presentazione delle sale da cinema e da l('atro; è chiaro che oocorre\'a sce1wggiarc il contenuto, non accontentarsi di un motivo or. uamentale e di una serie di mute fo. tografìe le quali, tra l'altro, mettono in mostra astratti modcmi1mi o pa– sticci come quello del De Luca col suo fregio e alla greca • nel teatro della Triennale d'Ohreruare a 8· poli. Invece era eccellente la trovata cht• domina\'a nella sala della chirurgiit (una grande e bella cupola aovro• stante al lettino operatorio); ma il terremoto la crepò tutta e dovettero demolirla (ancora un simbolo?) E priva di senso c1uella specie di ~tatua astratta che sulla soglia dell11 mostra dello sport scombussolava lr itlee del visitatore e lo faceva p11ssur di r.orsa mentre qui erano forme VC• ramentc n1ili, runzionoli, che pii, belle non le si sanrcbbe inunaginn• re: valga per tulle lo skirt sospeso in aria a diventare contemporaneamen. le aereo ed ecquoreo. Per finire l'argomcnlo delle sale meno impegnative (J>er noi) accen– nerò a c1uella della pubblicità, e a quella che prcsenla • la forma dt'I. l'utile». La pubblicità i· dav\'ero la div·i. nità di questa Mostra fallita: aia• mo nel regno del formalismo J>Uro: d'una forma che aspira a farsi con• tenuto e invece rimane sempr~ f"· sterna, mai generatrire ma solo de– scrinrice. Guardando i carlelloni pubblici• tari e le copertine delle rivi11te pii, note internazionalmente ci ai accor– ge di come lo stile sia identico per <1ualunque scopo o paese, di c1uan10. cioè, si sia estraniata dulia vita que– sla forma che di vi1a voleva inve<'e essere generatrice. Identica la seusn• zione pro,,()('ata dalla grande sala dr.
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