Volontà - anno V - n.12 - 30 settembre 1951

voro, sarà <1uello di permettere a cùucu,10 di prendere nella riserva comune, rutto quanto gli occorre, 1wrchè 11essu110 avrà l'intenzione nè In tentazione e neppure l' occasione cli fare qualclie cosa con. ,ma JJarte più gramfo di quella clrn gli ,ieces– sitn ». ·11 Morris 11011 crede,•a nell'effica– cia che atti violenti potessero servire alla causa del « socialismo liberta– rio •, ed egJi, che visse pro1nio nel momento culminante dell'« anarchi– ~mo eroico ,. <1uando gli anarchici, bersagliati da tutti sostene,•ano una <lura lolla. rii,pondendo ai colpi ,·on altri colpi, si sentivn a disu– gio. Su questo punto, - era l'unico fii una c:t>rta importanza - non 8Ì trovava d'accordo cogli anarchici. Egli pensava a11a possibilità di una rnofonda lra.dormaziom~ sociale del– la eocietù attuale. senza eccessive vio– lt'i1ze. <"01winto di arrivarvi con un <"f'rto « gradualismo"». 'Vel suo opuscolo « Pnd1i• sonu <·omrmista li, infaui afferma: Qur– .(,o pt•riodo che si rifnisrt• artual– mP11tesollo il ,wme di. socialismo i• qu<'llo in cui i mPzzi di ,,rodu.zione NI i mPrcati. sara,mo nPlle mani di. 1111Plli che se "" potranno servirP rioP di rulli i lavoratori. Le gratt– tli accumulazioni di ca11italisaramw impossibili pere/tè i soldi avrannc- 1wrduto ogni privilegio e cia.scuno a- 1;ràopportu11itàcli agire bene. Que,to periodo ciel socialismo « incomple– to .,. si Jonclerà gra,lualmeme, lo pen– so almeno, in un vero comunismo srnza. cambiamenti violenti». ~ per questa sua preoccupazione di allontanare dal movimento socia– lisla da lui auspicato, ogni violenza, c·h<" fu spinto a prospettarsi il par- lamenlarismo come una pos..-ihilità_ per arrivare, senza violenze nè bru– scherie al rinno,•amento dellu socie– ti,, non soltanto dalla socialii-,ln alla (•omunista, ma anche dalla borghe– se a <Juella socialista. Assorbito complelmue.ntc dal suo lavoro per lunghi :umi, il Morri1i ab– bracciò il socialismo, proprio quan– do questo si crede,•a morto in In– ghilterra coi Chart ist i e con Rober– to Owen. Ma sarebbe un grave er– rore definire la sua vi1u. ,·ila di «mi– litante!). Avvenimenti cli grande im– portanza politica e sociale erano tra– scorsi senza lasciare in lui una pro– fonda impronta. Quelli tiella « C<•– munc )) e della « prima Tnterna:t.io– nal(' )) lo sfiorarono solo senza :-iu– scire a strapparlo dulie preoccu1•:1- zioni artistiche e partiC"ohtrmente da <1uelle tese a crearf' una pr0<luzio. ne buona, perfetla, cd atta a &o,1- disfare ai bisogni "' ai gusti ar1islit:1 dell'uomo. Per lunghi anni del re– sto egli non visse eh(' di ,1ueslo: ~rie e lavoro. E tali preoccupazioni noi Sl'ntiremo anche in quasi tutti j suoi ~critti, ma in maniera tutta partico– lare nel suo libro giil largamente <'i– talo « Terra Protm•ssfl ». dove '1i1·1•: " /Jc nlf'rci clre noi, pr&luciamo sono f,tttc per s<'rvirce11e; si lavora t>er il benessere dei propri simili, come :ci lavorerebbe per S<' .~U•ssi. 11011 /H'r un mercato astratto, cli cui JÌ ignom [Jerfino il significato e sc11za con– trollo alcuno. Poi, non v'è compera nè vendita, sarebbe una pazzia pro– durre gli oggetti prima che ne sor– gesse il bisogno, nè vi ,1 e/ii. sia <'fl• stretto a comperarli; qui,uli quan– to ora si /à è di b11011a qualità e 1w.r• fcttamente adatto ali' 11s0clrr sP m• 6,9

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