Volontà - anno V - n.12 - 30 settembre 1951
mi,wranzo 1w11 ... ; e Sl'tMibil111c11te accrcsci111r,,fruisce sempre per Cll• <!ere». Ma la via verso il pcrfozionamen- 10 è lunga, perchè pur col coslante migliorarsi delle condizioni di vita, dei costumi e sopratulto della situa– zione economica generale, ancora non si è arrivati alla perfozione as• solnta dell'individuo. Qualche Ira• sgrcssore, alle normi" ;;t·nnali di vi– tn, a volte si \'(•riftt·a. M11 quando t.fualche cosa del ~('neri~ :H·l"acle (1 tanto i trnsgrP.,sori cltf' gli altri. dcumo (I(/ essa il suo giusto va/or(•. Da 11111i. sono calcofoti quali errori di amici e non. atti abitualmente pcr– petrctti dti imlivi<lui costrett.i cui C5Se• rP nemici ,/elfo società )), R cioè proprio il contrario di cruanto avviene ora, che q1111sicon gioia ci si accnnis<:<' sul (< colpevo– le >l. La visione socialistica <lei Morris ha una particolaritit <li grande im– portanza e che la <lifferenzia d'altre ,,isioni del genere, cd Ì! di non crr-– dere nella perfozione assoluta del- 1 'uomo come condizione per J)oter ,·h·cre in una società economicamen– te egualitaria e poli1icamente liber– taria. Egli dimostra che ]a disugua. gli11nza e gli atlriti se non scompaio– no saranno ridoni in tale maniera ('he anche i (( de1itti >1 lo saranno forzatamente, non solo, ma con una laqrn comprensione clelle qualità e dei difotti umani, si ridurran– no nei loro veri e giusti termini quei possibili delitti che un:i ~0<·ietà be– ne•organizzata può ancora r>rodnrre. « Un uomo percuote un. altro uo– mo, ,1uesti <li rimando pcrcuot.e a smt volta, e, nella. peggiore ipotesi avvit•1w m1 omicidio. Ed alloru? Dobbiamo in, tale CCl$O 11oi, loro si– mili, aggravare lei condizione del su– perstit.c? Dobbiamo noi credere il. genere uma,w si. tristo, da supporr(• clic l'ucciso implori vcnclctta, mc11- 1re sappicrmo che, s'egli fosse stato semplicemente ferito, sbollita l'ira. e ronwto in. grado <livalutare fredda– mente fa co~lr, avrebbe finito col 1wrdo11are al suo ft•ritore? Oppur(' In morte dell'omicidtt varrebbe. a ri– dmwn• ht vita o/l'ucciso, 0111mr<• ct /,•nin• il dolur,, c11gi.mw10 d1tlfo -~liti 1wrdit1t?... Qtwmlo si co111111P1t1• 11mdche violenza 11oi abbin11w firlu– cùt in tmtt possibile espi<rzioue da l'ttrle <iel colpevole cd a,1ch' egli lw fiduci<, che ciò avvenga. Afa ripe11- sateci, vi 1mr possibile che !ti distru– zione e una severa pu11izion.c i,iflittn ad un uomo, che in un. momento cli follia, o percliè trasporwto d(lll'ira lw commPsso un delitto. 1,•nlga<11wl– cl1ecosct, n/fo soci.età? O 11011 ;. iu– v,•ct• un'altra offe.rn clic le si reca? 11. 'William l\forris fu un (< s0<:ialis1a libertario )l, e bencl1i• le sue simpa• 1ie fossero per gli unarchici, le su(' idee però differivano su qualche punto, per esempio per quanto ri– guardava la « violenza ». Militava nel campo socialista, ma le sue idee erano fortemente av,•ersate dai so– cial-democratici, che del resto, co– me ebbe a dire molto bene il 'enlau in un suo s1udio sul Morris, era da <1ucs1iritenuto un critico pericoloso e da combattere. Ed in(aui, la sua « Utopia », secondo l'importantr- I<>· stimonianza del suo amico W. Cra~ ne, in un articolo pubblicato nella rivista << Neue Zcit » dice ('he le « Noti.zie eia nessuna partP )) furono scritte per presentare l'aspello op• 6.57
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