Volontà - anno V - n.12 - 30 settembre 1951
li faceva ragionare come i contadini e operai del nostro Mezzogiorno e dei paesi sewifeudali in genere. A– nalizzate le aspirazioni spontanee di cruci contadini e operai, e trovere– te che sono; praticamente, per un liberalismo senza capitalismo. E co– me accade tutt'oggi che quei conta– dini e operai portino l'acqua delle loro aspirazione al mulino comuni– .:ta ». Co.sì potè accadere che ,•ari scrit- 1ori e artisti credessero rra il 1942 e il 1947, che nel comunismo ci fosse una forza nuova di libcrtit. rl 1er– rf'nO ideologico non li interessava (<, lo considera\'ano in movimen- 1O>1). E inve<'c di dire (( il comuni– smo non è quel lo che cre<levamo n dirnnno (( non è diventalo quello che la storia lo spingeva a <liventarc. E prima dw abbandonino ogni spe– ranza molte saranno le delusioni cui si sottoporranno. finchè esse li por– lano a concludere che (< il dottrina– lismo comunista ( ... ) è già quello che era la Chiesa nel Medioevo: una forza che si serw· dclln storia, che lusinga la storia, che è nella storia, che (a storia. e che luttavia 11rres1a o im:cppa Ja 'vera corrente della s1O– rin (e cio~\ dcJla vi1a) )). 1<( ... ) Il dottrinarismo comunista nega che vi sia, sommalo tullo, un moviml"nlo storico gl "nera.le a indi– rizzo liberatore. Non riconosce l"he mo,,imcnti slorici particolari a in. dirizzo di cla.ssc:- E così, credendo in romlo solo ncll,· 1irannie. avendo in disprezzo ogni sr,0111:.rneitit dell'uo– mo, spinge la rivoluzione comuni– sta» u im:erirsi iu quel movimento storico gcncrnlc che procede rivolto :ilrindietro, co1ue i< ro,,escio e con– trario)) del molo lihcra1orc. Vu bene? Ho riforito es11thnuente il tuo pensiero? Mi sembra di si. E mi sembra che salti subito agli oc– chi l'uso incongruo dei vocaboli « li– berale » e, pili grave, ((comunismo». Dunque, tu hai semJ>re identificato il comunismo con lo stalinismo, sen– za neppure lontanamente J)Cnsare che esiste - o potesse esistere - un comunismo diverso da quello che, per ,·ero con assoluta esuttezza, de– scrivi. Ma allora quando parli della dH-· forenz.i riscontrabile· tra l'atteggiu• mento di Silone e quello degli altri intellelluuli italiaui, la ragione non sta nel fn110 che egli sia << uomo 1H>· litico oltre che romanziere>>, come dici. bensì nel suo essne socialista mentre voi mai lo foste. Certo è difficile, 1>er un in1ellet- 1uale italiano, esser socialista: dallo inizio del secolo In nostra cultura si svolgeva (C a contr'ario >1del posi– tivismo; l'idealismo crociano e J)oi via vin i vari irrazionalismj che lo ,·ontraslarono pur rampol.landone (i ,,0Jont11rismi soreliani, papiniani, vociani, f'CC.) era partito lancia in rcstn contro l'inlcrprctazionc al tem– po stesso utopistica f' scientificu che Comtc e Spencer ave,•ano dato <lclla vila um11nu, f' parevano battere sen– za remissioni 1'111lpnruto filosofico e cuhurnle di cui il socialismo t\\'e\'a credulo doversi vestire; in sede ar– tistica la ba11alitì1 dell'arte per il popolo 1 che era 1•oi l'idea che del- 1· arte popolare si fonno i borghesi o i 1>opolaui borgliesizz11ti, permetteva anzi suggeriva ogni rifiuto del so– cialismo ... E non pc11sin•ate, voi in– tellelluuli, e forse non potevate peo– ènrlo. che il .•()(·iuli.::mo,,ero cm so- 627
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy