Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

sono più che due, i cui centri vi– ta]i sono da una parte la Russia e tlall'altra parte gli Stati Uniti. 11 contenuto e la struttura di que• ste forze sono tuttavia molto diverse. li blocco russo è una forza monoli– tica i cui elementi costituti.vi sono rnettamente solidali, soltomeesi e diretti, mentre le fone che si op– pongono all'Imperialismo staliniano sono, sollo tutti i punti di vista, e– terogenei e raggruppano elementi molte ,-olte fortemente contrastanti. A tal pnnto che sarebbe impossibi– le fissare alle forze anti-staliniane uno scopo di guerra comune al di fuori di quello difensivo. Mentre lo scopo di guerra del Blocco russo è, e non potrebbe esserlo in un modo piìi chiaro, la formazione di un ca– pitalismo di Stato totalitario e mon– diale. Considerando la posizione presa dagli ambienti sinceramente sociali– di e libertari davanti a questi pro– 'ble.mi, esamineremo per primo ciò che denominiamo il neutralismo ipa– cifista. Questa posizione consiste ad im– pegnarsi a non parteggiare in nes– sun modo nè per l'una nè per l'al– tra delle forze belligeranti in guerra. Ci pare tuttavia cl1e questa iposi– zione sia giustificabile solo quando sia essenzialmente un atteggiamen– to individuale dellato da un im– perath,o ·della coscienza personale e quando non prenda, in tempo di guerra a1meno, un aspetto di propa– ganda e di agitazione. Se non è così, Jn lealtà e l'obiet– th•ità ci obbligano a riconoscere che se. in seno ad una nazione in guer– ra, una vigorosa e potente agitazione per il rifiuto aJla guerra si sviluppas• 558 se, quest'azione affievolirebbe incon– testabilmente lo sforzo di guerra del– la suddetta nazione. Ora, si può evidentemente aseu– mere questa responsabilità, ma noi richiamiamo l'attenzione sui doveri che ci sono, in questo caso, di pren– dere tutte le responsabilità che ne de– rivano. Ciò significa che indebolendo una nazione in guerra, si favorisce indirettamente ma nettamente le forze -avverse. Ciò significa, in con– clusione, che si conduce un'azione che non si può piir chiamare neu• trale. 11 modo migliore di illustrare quc– slll ,·erità è <li ricordare la guerra civile Apagnola del 1936-37, quando ivedetnmo dei pacifisti aJ>poggiare a– pertamente la politica del « non in– tervento » di infausta memoria che conduase praticamente a legare ]e mani ai re1mhhlicani mentre i ribel– li franchisti venivano armati ad ol– tranza. Quanto a sperare che praticando il proselitismo neutralista nel bloc• co antistaliniano si indurranno i com• battenti staliniani a praticarlo an– ch'essi, in modo che la guerra fini– sca con la riconciJiazione genera– le, è una speranza alea toria i cui ri– schi non possono essere lrop1>o sva– lutati, poichè non si tratterebbe al– tro che del trionfo dell'Imperiali– smo St.aliniano. Infine, resterebbe la suprema spe– .ranza di organizzare, contro la do– minazione dello stalinismo trionfan~ te, una resistenza rivoluzionaria in– teriore. Ma anche in questo caso, la ragione e l'esperienza non permet– tono grandi i.Uusioni. Il terrore po• Jiziesco, lo spionaggio organizzati in rutti i campi deUa vita sociale ed anche prh 1 ata, il monopolio di tutti i

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