Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

1>roprio sopra di noi con tutta la sua realti:t, allorn son la paura ed il de– siderio di sopravvivere che preval– gono. Ed è una condizione che no11 consente molle spéranze,__ma 1utta– ,•ia ha la sua ap'crturn verso l'an•c– nire. Può m.:caderc che la pa■ra mon– tante gN1cri uno stringersi del.la gen. te ancora pit'1 stretti attorno ai loro dominatori, come sola difesa su cui contare, anche se il sogno unico di lutti è la fine della guerra. Ma nem– meno con ciò si può alterare la so– stanza rondamentalt· dell'umano. Noi sappiamo che in <1uesta societù il desiderio di amore <li amicizia di lavoro rimane insoddisfatto: amore cd amicizia e lavoro r>ossono essere possibili 1u•r ulcuni individui, ma la natura SIC':,,Sa dl'II,~ istitu·t.ioni ,,,oc·i:.di in ullo li nega alla grande maggio– ranza drgli uomini e donne. L'ag– grrssi,•i1i1 c·he ne risulta, anche quando trovi un oggetto su cui sfo– garsi. consumu solo una minima p.trlr di quella tensione. Rimane l'intensa insoddisfazione, il sentimen– to di frustrazioni' I' anche ,1uando i c1osidcri affiorati alla coscienzu siano soddisblli, la noiu. Per i relitti di vih' individuali 1·he restano. debita– mente calcolati ndle tabeÙe stati– stiche delle malattie mentali, la so– cictZ, di Staio offre da un lalo il minimo rimedio della llSieoterar>ia, mentre cl'al1ra parlr l"immane peso del](' <·auSt' vi(•ne <'ontinu:unente a('• <'n•sci1110. Ma nel processo si mostra l.1 prrsis1rn1e vitaliti'1 dl'gli CSSl'ri 1mrnni 1 allrm·rrso la displ'razione con cui l'S~i .c;;iafferrano all'nltimo ritrO\'alo della ,,sirhiatria o della politic•a o cll'lla scienza, oppure a qnell,· qualsiasi infornwzioni l'onsi– slenti ,·hl' possono otlencrc. per 576 <1nanto esse siano inadeguate. Quan– do un senso di solitudine e di mise– ria personale è così apparente per– fino in superficie per tante persone, noi abbiamo dirillo di appoggiare le nostre speranze nella resistenza della natura umana alle restrizioni ed ui rifiuti. ]I nostro caso uppari– rebbe senza speranza soltanto se uno St11to-impcro giungesse a coslruirsi. " consentisse poi ai suoi cittadini tulle le soddisfazioni profonde della liberti, pur tenendo mediante la for– za clcllr sue armi il resto del mondo in soggt•zionc: ma l'ipolesi è muni– fi•slamcnte assurda, dcs<"rizio1w d'un impossibil<•. Rimane <1uindi, al cliso– prn dei 1wssimis1110 l)er ro:rgi. ro1- 1imismo JH'r il donrnni. Jn quanti modi pc.rò noi dobbia– mo guardare la nosl ra debolezza! Non nbhiamo la possihilitù d'un me• ,odo determinalo per comba11ere lo Stato guerriero, noi 1>ochi anarehi<·i ccl i nostri pochi amici: solo la na– zione del po1>olo può forurnre la gul'rra. Si 11ensava una ,,olta, tra i i< radicali 11. che il 1< disfallismo ri– ,,oluzionario 1► cd il<( sabotaggio alti– \'O )> della macchina militare 1101c;:– sero seriamente intralciare lo svol– gimento della guerra e nello stesso tempo influcnzure favore,•olrnente la ,,sicologia del popolo: e fa coi nei• denza clic con !ali slogaus i bolsce– ,·ic·hi fossrro arri,•ali al 1>olere in Russia (· ~,aia dccisi,•a nel modelb– re il pensiero di un'intera generazio– ne cli radicali. 1\rfa r1cr noi oggi, clw ,,ossiamo guardare con limr,idezza sia i fa1ti di oggi ~ia l'l's1>eri,!nza bol– scevica, è chiaro eh<' nulla è ac·cn– clu10 allora di deeisi,·o per quella via. e nulla potrebbe u maggior ra• gione accadere oggi: la guerra con-

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