Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950
che in condizioni altre, per ora sco• no.sciulc. I lipi psicologici cli carat• 1erc rhc .sembrano veramente paci– ficabili ora polrebbero comportarsi altrimenli iu altre condizioni. La. sciurno quindi via libera u tutte le obbiezioni: esse ci uiu1ano II ricor– tli1rc ,·Ile i problemi sociali nou sono rii.olvibili con le forme regolari e definitive delle topic. 1'1011 pnciò si de,•e escludere che noi llOSSiamo immaginare un insie– me di condizioni pii1 operanti e pii, sensibili di quelle di oggi - qualco– sa di meglio del prciiente. La guerra moderna, i moderni apparati di po• tenzu, non furono cerio « ,inventati » ceme nu~zzi per curare l'uggregsività clcllu naturn umana. Possiamo spe• n,r,• c·h(' in nna socie1:I basutu sul– l'individuali1i1, sul localis1no, sulla libcrtit - la « societit di persone », in cui tullo res1i aperto ed alla sta– tura umana - sarebbero eliminate le ~randi c-ause della guerra. Le i.sii• tuzioni di Potere non a\'rehhcro pii, alcuna ragione d'esistere, e i nostri bisogni di competizione di ri,•alità cli com.battimento comincerebbero ad operare a vantaggio di tutti - in Juogo d€'lle atluali corse neurotiche \'crso il potere la violenza la distru– zione. Reeieteoza e rivoluzione Il dubbio si ripresenta: ammesso che non v'è incompatibilità tra la natura umana cd una societll senza Stato, funzionante nella pa<,-e, « buo– na ,, su un 1>iano d'umaniti, - come possiamo immaginare una transizio– ne che dal presente ci porti R quello avvenire? E come se ne può dedurre un comportamento per cui tale im– magine acquisti un peso concreto nel 574 tempo pre~ntc, ri:.pctto alla pre• t:ente serie di guerre? Ripensiamo al pili gruude sfor.1:0 storico recente per aprire una \'ia d'uscita da. <picsla trappola: la di– subbidienza di tutli e In conseguente uuto-dissoluzione dell'esercito russo, del 1917. Vediamo bene le differen– ze: il soldato russo, che ,·cniva so– pratutto dai contadini, aveva in vi– sta qualcosa a cui tornare; e lo Stato arislocralico, inadatto alle condizio– ni mode.me, cru di fotto prh•o di ca– pi, pcrchè i dominatori stessi eran divisi tra loro nel valutare la saggez– za della guerra; e lu guerra era re– mota dalle ea~ della maggior parte clcll11 genie; '"d il soltla10 era abban– donato, sc1iza il ncccssurio J>er la guerra. dati' in:,,ufficicnh• organizzu– zionc dcll'incluslria e dei trasporti; re,·. Tulle condizioni che, vere in Hussia nel 191-l/17, non sono repe– ribili uell'Americu del 1950. i\1a pos. ~iamo comunque 1ro\'11re ragioni di coraggio nel Cauo clic "llora c'è 3tata una tale combi,rn::.io,w di forze pPr cui la <lcmoli:ione dello Stato 3i è 11rrxlo1t11 ,fol b11sso: ciò conforma che <1uella demolizione è possibile, che quando una acl11ttucombinazio- 11€' di forze si possa produrre, la for. za t• l'autorilù dello S1a10 di"cntano nulle. ~oi non possiamo sapere, nè im– maginare, che qualcosa di analogo alla situazione sociale russa di allora si possa produrre tra la genie d'Ame– rica del tempo presenle. L'analisi dell'csprrienza russa implica però un aspetto negalivo a cui possiamo riat– laccarci. Se è un altaccamento emo- 1i,•o alla guerra, una mancanza di fiducia in sè e cli mutua fiducia nei. riguardi del l>r08simo, una mancan– za di iniziativa, che rendono gli a-
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