Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950

1a derivalo da 'Jtiesti aspetti del ca• rallcre umano una vretesa spiega– zione tlella natura 1otale della socie– tà e della guerra. Ma rimane, co• munque, il fotto che se la s1,iegazio– nc conl.enula in la.li analisi è vera - e v't.• ormai un corpo notevole di osSf•rvuzioni psicologiche che le con– ferma - cioè Sf' la gente i• pt!r lnli ragioni susce11ibile allf' tentazioni della gui-rra, Sl' la gente per tali ra• :,.tioni t··onsentr volontariau1ente (au. t·hc se non coscientemente) ad esse– re ingannata ed abbassata. allorn ci VÌf'llC a mancare la rassicurante fidu– cia nella potenza tiella cduCI1zionc e della pro1,ngnncla contro la gunrn ·t•ome mrzzi di f'ducazionc. Il che ,-.. :,.trtl\'C, e 1rnr trovi conforma 111•1 fono chf' I.ile propaganda semhrn 1•riv11di ogni ,.ff,·110: non si vede chl' fun. zionino vcrf' associazioni con1ro la ~uerra f' la maggior partr- di rolo– TO chl' si poni:::ono in un allt'g~inmeu- 10 nntimilitnri~la e contrario alla guerrn ,,j son arri, 1 ati quasi sempre indi11t>ndcnh:mcnte da ogni propa– gunda, 1wr cffl'tlO di loro 11ersonali espcrienu·. Una analogia che chiaris,·e !"idea si hn nella considerazione di una gt•· 1wric11 11111l11tti1.1: non è l:.i guerru il nos1ro male sociulc forse pii1 grave? Si puii <;nr..trla <·on la magia f' senza essere troppo persuasi che sia pos– .Fibilf' guarire; oppure si può curarla attru\'erso la determinazione e l'iso– lamcn10 delle c;msc sue, con la risnl– t:11111• 1·onoscenza <li trattamctlli l)ii1 appropriati e con la fiducia che sia n-rnmf'ntc possibile ritrovare infine 111s11lutc. Se la presente società im– brìidi11t11 di Staio rimane nelll' sw· .,•ondizioni cli fonzionamen10 cre11n– do un potenziale crescente cli aggrcs– siom• f" di violenza (attraverso la negazione dei bisogni umani della 1naggior parte delle persone per la soddisfazione delle piccole classi do– minanti) e poi giunge a scaricare ta– le potenziale scatenando la guerra - allora parrebbe possibile abolire la guerra rimo\'cndo le ruolte cause in ullo della pron1t•zz11-11ll11-guerra e nel. lo stesso tem1•0 nf':mdo istituzioni che consentano un lurgo raggio di 1·oruporta1uen10 e di espressione an. che nel ~enso del compelcre ma seu• za che debbano cs1)lodere iu violeu• za. Ma è possibile? Comunque noi accosliamo queslo problema non riuscirf'1110 mai a capirlo complelumcntc. Noi ,·eJia• mo chiaro che gli ostacoli opposti dallo Staio nella socictìt attuale al– l'amore allu socictì1 al lavoro inte– ressante, sono tr:i le cause pl"incipali dcll'osLilit:I ,. dell'aggressione. Ve• diamo pure comf' uno spirito liber– tario nei rapporti tru persone, a co- 1.ninl'iare dall'infanzia, 1)0SSaeHmi• uare buona parte del hiso~ri10 di ag• gressivilìt. La realti, ,·i mclle in guar• dia contro l'illusione IMcifìcante che l'uomo (e la donna) possuno sicura• mrnte reprimere le loro spinle 11g– gressi,•e soltanlo co11 111 fol"za delle 1•ro1)rie convinzioni morali - e noi vediamo i·he una socictl1 ipoletica• mente com1•0::iladi 1ul ~,·nll', se fo,:3e possibile, sarebbe una sede assai brulla per ,·i,·nci. peggio ancora di c1uella athmlc. E: mollo pili saggio non partire assumendo ideali di per• fezio1w: !"umano non potrZ1 mai e8-– scre del tutto spo~lio d'antisociali inqnilsi aggressivi. Il follo di a,·ere isolale le cause princi1rnli della guer– ra in cerlc condizioni, che ormai ci sono famigliari, non consente cerio cli affermare che 111 stessa Sf)inta :al– la guerra non polrf'hbe at·t·aderc an.

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