Volontà - anno V - n.11 - 31 agosto 1950
nella guerra la massa inizialmente riluttante dei suoi sudditi, basta uu poco di diplomazia (e le memorie di Churchill sono illuminanti circa iJ prologo asiatico di Pcarl Barhour). Uoa psicologia di pace Alcuni dei fattori che portano la gente a sostenere la guerra sono ovvi i. Fino dall'infanzia essi sono allenati al patriouismo cd all'ubbidienza; nello stesso senso vengono diretta– mente propagandati, co11 pili o me– no contorno di bugie e poi minac– ciati e costretti - fìnehè diventano abituati ad essere guidati dai politi– c·i di mestiere. Jnoltrc, essi vedono chiaramenle che gli Stati delle altre nazioni sono del tutto simili allo stesso S1ato, e in 1al modo si scari– cano del proprio potenziale critico allribuendo agli stranieri tutto ciò che sospettano di se stessi. Tuttavia, queste ragioni non son parse a nes– suno sufficienti per s1)iegare la sop– portazione di anni ed anni di priva– Y.ioni e di vita militare. l consen'alori si son perciò seru– pre riferiti ad un (< istinto agg:ressi– ''0 )1, ad un supposto desiderio di comba1timento e di guerra. Altri ha cercato spiegazioni meno semplici– ste e piìi aderenti ai latti. Hcrbcrt Head, seguendo Freud e Glo,'er, ha cercato di penetrare pili addentro nella l}sicologia di guerra dei ci1tadini, cd è giunto ad inter– pretare la guerra come l'esplodere aggressivo di repressioni accumulate che non possono continuare indefi– nitamente sollo conlrollo. La repres– sione della sessualità e dell'aggres– sione nell'infanzia, cui segue !}Oi la soppressione delle opportunilil in at– to l)Cr l'amore il lavoro la creazione, 572 causata dal Crantumars.i della società> in classi mautenuta daJJo Stato - ecco costruita nel tempo attraverso le persone singole tw'enorme tensio• ne aggressiva. L'iniziativa può veni– re dalle classi dominanti, ma è un.,, gran parte del popolo stesso che in– siste nel credere sempre il peggio delle nazioni e< straniere » - ed essi son pronti a sostenere i peggiori scio– vinisti, se i politici ordinari non li conducono alla guerra. Read mostra in modo speciale Ja prontezza alla guerra del.le classi lavoratrici della industria e delle classi non-lavora- 1rici, in confronto con le classi lavo– ratrici della terra che hanno un'at- 1i,•iti1 (>ili reale, una vita meno vuo– ta, pii1 senso di operare per qualco– sa che vale la pena e che costruisce. Paul Goodman, seguendo Freud e· Reich, s'è &,pinto ancora oltre·; ed ha trovato sollerranee ::tSJYirazioni di suicido nella accettazione della guer– ra. La gente, si sente scoppiare per la tensione di energie represse e di 1rnssioni che non può accetlare e– nemmeno capire: e desiderano (cfra. cassare lultm) come via di l.iberazio– nc, e nel tulto includono se stessi. Ta-• li llersoue non agiscono come scim•i– nisti, non sembra che vogliano la guerra. Ma essi ignorano gli avver– limenti pili semplici: come colui che si sente portato a fare una azione catth•a, ma gli occorre che <Jtrnlcuno lo spinga a Iarla ecl aspctla che ciò accada, finchè la cattiva azione si realizza senza lasciargli senso alcuno, di una responsabilitil. Queste a,nalisi, naturalmente, non in1enclono escludere altre interpre-· tazioni della guerra. Esse elaborano un aspetto particolare del 1nohle– ma: ed è solo nell'open dei loro, 1< volgarizzatori » che viene 1ah,ol-.
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