Volontà - anno V - n.10 - 19 luglio 1951

con 11ucllo dw ti danno i luoi li– bri, tanto ieri t' tanto domani, l'o~gi 1i 1<fugge. Dacci oggi il no– ,;trn 1rnnt' quotidiano, qttC.!lta è la mia 1•rcghiera. Sarà da bruti, ma il Cri-,to non i·i ha inscgnfl_to ,1 chit•dne il pane di domani, e il Cri,10 forse ,1naleosa anà letto, nrn non ha S(•rillo nulla Cuorchè u1m voha sollit sulla sabbia. E pur(.' Socrate, che l'ahro ,,iorno 111i lir;nri a mt1110, non seri~=- mai nulla. In tale compilgnia uon t'rl'do poi di cs~re !tinto stupido St' faccio a rncno dei libri, L'\'TELl.1-:TTUAU:. - Vedj? La tua ignoranza ;. 111111a fede. Fai ]'u– mile e poi ti metti in compagnia nit·ntcmcno che con Socrate e Gc– ... l• Cristo. Fai lo :,tupido per non pagare Jazio, in que:,ta ,•ita o al lasciarla. Ti dai dello stupido, ma in fondo Li cre<li più saggio di me e di lulli (1uanti. Come vuoi che faccia io ad umart-' il prossimo quando il pro-,simo è uno come te, uno l'ioè che c1uando hai ben grattato i• la mia immagine sputata. Ha proprio ragione il luo Cristo: sia– mo Cratf'lli, fratelli in ipocrisia. Tu non I i credi stupido a fare a mC'no d«·i libri. Ebbene io non mi. eredo stupido a non lavorare col– la vanga. Ci -,iamo intesi. Arri– ,·ednci. CIO\'ANNI BALDl-'.LU X. cl. H .. Que'IUJ rffolu!!O (M<11i meno ,( dicdo1to 1) di qwuuo .~embri) ruule, ci 1mrt', presema,,, in tut1r1 arulezza 111 1·onditione Alt1rnlc ,li molti u inr,,fleltmdi" e ,li 111,,l1i 11cftmarli11i x,, nor, t'tr-lv una co111li:imw ideale 1/i. cui o comu11<1ue 111111 c1.mdhior1c 1111- 1-urabdt>. J.,o rilevÌttmo. ~rchi: mm t.'enga cap,10 male. ·\oi 1w11 concordiamo internmP111c co,1 il 1111111/ro di C.H.: 1..i 1>arl' ~0•1raw110 chr .,il, troµJm .,i11tetica la fiJl11r11 i 1tdlet1u11/e 1• moraft- 1/i ,,ues/o o< co11111di110 ,1. d11' 11011 coi11t-MI'" ,1è col /,rac,;;umre i,1 cui fo fume 1e11dca respingere ogni pe1uiero del t1w1ulv, 11è col i•ero u agricoltore», assai più. pac1110c tiiù i,1 equilibrio ed iri i11tes11co11 fo 1w111r11 clic è il suo moru/o ,,uotidiano. Ma riteniamo elle il quadro, meriti di euere ,,e11~1110 - soprat"tto come ~timolo a costruirsi, 11ella propria parlicolare esperi1m:t1, 1111 quo• tiro a,wfogo che consenta di ri/lPltcre su « l',intelleuuale ed il contadino '>l. chm:,mo se• condi) sii stesso,· Allora, fuori di tulli gli schemi ustratti, acquis1erwmo determi1111:io11e 1• 1•alore ,,,,,. $Onale alcune idee che son eueruioli deU'at1ard1i$mO e pure sono $pes,o ignorate. Si chiarirti, a(I es., come JH!runa persomdità umana completa ed armonica occorrano ;,.. sieme $ÌII l'esercizio di <1ualcl1elavoro prevalet11emenle manuale (con1aclit10), sia l'e~e,– ci:io 11ifer111110 cli 111wfcl1eattività prevalentemente mentale (intefle1t1rnl<'), 1'rn i f'Cricolì della 11os1ra società d'ogai, uno arave è appunto fo inumana ~epu• nr:ionP. Ira « conladini • (od «operai», che è lo stesso, per questo probfemu) e II i,i. tellettw1li » - tra i quali $Ì ergono barriere semfJre pilÌ rigide di professionisti o della politica o della /ilosof,a o della reliiione o d'al1re forme di supposta mblimitù di pensiero. Ancl1e in queMo Sl'11.~1J. tocca a 11oia11arcl,ici .,,,e::11re le barriere. 536

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