Volontà - anno V - n.10 - 19 luglio 1951

Dimmi un pii: Jo cambieresti tu il tuo libro colla mia ,v,tuga'! J Yl'ELLET'l'VAl.~. - No certamente. Clascuno secondo le proprie atti– tudini e capacilà. Ma non credere che il lavorare colla testa fia me• no duro che il lavorar colle mani. CONTADINO. - llai scelto il lavoro di testa perchè è più duro? ]r.TELLETIUALE. - No, ma perchè sono meno quelli che possono rare il mio l.noro che non <p1elli chr– possono farf' il luo. Co-..·TAOJNO. - Lo so. '1'1111 i possono fare il mio g:Pnere di lavoro. li gua– io f' 1'111' 11011 tutti lo fanno. Se lulli fo.,,sero ,·0111,1dini comt• me ci sa– r.-hbc piì1 pane e meno guerre. h'TE1.u-:1,'U,'1.E. - Questa è un'al– tra faccenda, mollo piì1 compli– <·ata ,·lw non credi. Voi intanto, coi calli sulle mani, non siele tan– to imHX'('nti come ,·i nedete. Quello tutia,,ia che ,oglio che lu ora capiscu {"che gli uornini come me sono altreuanto 111ili alla so– cieti1 d1c- quelli della tua classe. Altrettanto e forse pii1, Coì\'TADINO. - -~on lo ,lubito affat– to. daccl1t'- da quello che mi vuoi far htpir(', la societ:1 lrn ahri bi– sogni che non quello del pane, indu,,o, suppongo, il bisogno di forc guerre. Tu però che sai di questi ahri bisogni non mi hai l'aria felice affatto. S.- poi sci [c. li('P pure <·on quella faccia hmga ('d astiosa non dico lliÌ1 niente. Tutto ;. l'Ome deve t'S~ere, in or– dine perfotto. l'\'TELLETTUAI.E. - Ordini', hai det– to? ~cl secolo che viviamo, con tutti i massacri e le ingius1izie che ci sono? È non solo eecità, ma cleli1to l':t\'t'rc una fa"r-ia conlenta in un mondo come il nostro. 531 C0,YrAUIN0. - Giit. pcrchè a Car. Ja faccia [o"ca il mondo carnhia. A me non la dai a bere. Tu lrni la faccia che hai non perchè ci sono massacri ctl ingiustizie, ma pcr– chè ti van male gli affari, sem– plicemente. 1NTEI.LETTUALE. - E se cosi fosse? Non è anche <1uesto un' ·ingiusti– zia, w1 segno dei tempi t·hc Je mie ca1>aciti1 non sono ap11rczzate f' rimmu.·r!lt(' per <p1cl ,·h1· \ algo- 110? l'no 1lf'i tanti si11to111id('lla 1·onf111-iiOt1f' ,·d ignoranza ('lit· re– gmmo O~¾!Ì i.· ,·he dPll1· pn"one come lllt' ~iano uegle11c, mentre ,altre che df'I mio lavoro, del )a. l'Oro di testa, imitano e ~roggi,1110 le apparenze ... i hanno lulla la gloria e fanno fior di c11111llrini. CONTADl~O. - E' quello c·hc lio sem– pre trovato con ehi ha la testa nei libri. Brava gi•nte. ron buorw in– tenzioni. pronta a in,•cnlare un motore slrapolent.c, a forf' una bel– la f>oesia o a snlvare il 11101Hlo,ma colla vogli;1 matta sopratutto che ~i <licano ili loro tutte <1uelle belle parole clic hanno Ictio nei libri a pro1)0sito d'altri coi si c·r('dono 1u;somigliar('j poeti, arlisli, inVPn– lori, profeti e salvatori, geni in. somma jn una cosa o in un'altra. li mondo irwece quesle ht•lle- pa– role non le dice di loro {' le dice d'altri clic non meritano. e allora portano il broncio e s'nvvelcnano il sangw•, Cominciano coll'imita– re i gesti t' lt' gesla dei grandi uo– mini della storia, poi !òi acconten- 1,rno di co1liarc quegli uomini del loro tempo che hanno la gloria e i quattrini, e alla fine non becca– no nè questa nè quella (' ci rimet– tono la cosc·icnza. lNTELLETIUAI.E. - l\Ja non ti par

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