Volontà - anno V - n.10 - 19 luglio 1951
lazioni di palli, con la oonccnll'a• zione di queJla pojlOlazione in « ri– serv<' " dove la loro cultura rapida• mente decadde. Ignorano la provoca. ziont· della guerra col Messico, così privalo dei suoi territori setteutrio. nali; la Dottrina di Monroe, che vie-tava ogni colonia straniera nello emisfero americano; l' illlflCrialismo del dollaro nell'Ameri<"a latina; la annessione,• con acquisti con gucrn' con invasioni, di basi militari sopra migliaia di miglia d'oceano; la guer. ra con .la Spagna e la cattura dei ,·csli dPI suo impero; l'intervenlo in Europa nel ]9]7, ed in Europa ed Asia nf'I 1941. La nalura pacifica di 111111 nazione è per lo meno dubbia, {luando f'Ssa s'è irnpe~nata in due guerre in 25 anni ed è già a lutti 1:?li. t'fff'1ti prnlici impegnata in una lerza. Lf' guerre del 19.L7 e 194.L, come la guerra di oggi, mostrano un ca– rattere duplice: guerra per imporre una certa distribuzione di potenza 1wl mondo per la sicurezza dello Staio e dell'impero americano; guer– ra pt'r espandere il dominio dj queJ. l'i1111wro. Prima di Pearl Harbour v'era una ~rande confusione diwrienlanle tra lf' <'lasssi dominanti iii America. Un 1!ruppo aveva legami storici con l'ln• ghiltf'rru., ed un sentimento di iden– tifi•·azione con la ,•isione anglosas• io.one del montfo. Un ahro gruppo invece aveva la visione cli un impe– ro •Hnericano, non vedeva alcun fu. turo in E11ro1la, parlava di « Ame– rica prima di lutto )), e sostene,•a una politica forte in Oriente, consi. derandolo area naturale per la grnn– <lrzza imperiale _!'-Ua. la sua espansio·. ne 1 i suoi mercati ed im·estimenli. F, !ali inflnf'nzr <'Ontrndditorie persisto. 110ancor oggi. D:1esse \Ctti\'a una cu– riosa siluazione rispetto alla guerra di cui tutti parlavano prima di Pearl Harbour, cioè Ja guerra europea: i piì1 bellicosi eran proprio quelli che per iJ loro attaccamento allo stalus-quo dovevan ritenersi piì1 pa• cifici, mentre il linguaggio del paci– fi«mo era (larlato dagli sriovinisti (> ,fagli anlidemocratiei. Col ris11lt1.1to .~he la soluzione poi lrovata per fJnel .-.emplice problema sono .<:tate du~ guerre. Al popolo americano fu detto f'he andava in aiulo .llle « demOf'razic )J, <' clic cm stato pugnalato alla schiè– na. Ma non venne in(ormato che· il i:;uo gov1'rno avc,•a mandalo un ulti– matum segreto a quello giapponese, in acco·rdo con l'inglese - nè che un llilastro dell'cq·uilibrio di poten– za inglPSé in E11ro1•a Na p-roprio J'inten•ento americano. Vcnucro rac– contate agli americani un sacco di bugie ingegnose circa la Russia al– leata nella lotta contro il totali1a. rismo, incredibili storie circa il pc• ricalo giapponese - il pericolo gial. lo! - mentre nulla era !)ili ovvio del fotto che la guerra del Giappone mirava alla potenza anglo-im1eri<"a• 111.\ nell'Estremo Oriente, non cerio ad assurde conquiste territoriali UC· g:li S1a1i Uniti. l.a guerra contro la Russia La nostra situazione presente, e. SJ'ircssa nel modo più semplice, è il <'onAitto dei due Stati usciti pot<'nti dalla guerra - lo stadio finale di un processo di eliminazione che non sa• r:I necf'SSariamente l'uhimo. Non vi potrà essere vera pace proprio per il /allo che queste due 11a::.io11i - l' A mnica e la f<ussfo - sori o orga- 525
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