Volontà - anno V - n.9 - 1 giugno 1951
cli.e ,·acilla ncll'iJlusionismo garibal– dino: cc mi scrivi che ti proponi di par– tire per la Francia. È, suppongo, pPr associarti al brilLante destino del generale Garibaldi, che pur facendo molto chiasso e diff'ondendo un gron– de splendore col suo nome storico, posso assicurartelo, non farà niente, perchè mancherà. delle priuw condi– zioni necessarie per fan> qualcosa e perchè la Fra11cù1non può più esse– re salvatn :,;enon dalla. rivoluzione, della quale non vogUono saperne nè Garibaldi, nè tulio il govf'rno del– la difesa nazio,utl,~, GnmbNtn per primo ... Cotesto ri.dicolo governo, che teme più lu rivoluzione che i prussiani e vuole ,•vitarla. ad ogni ,·osto )). E conclude: « Questa leue– ra è la spiegazione del moto che ab– biamo tentalo a Lion<• <' eh<> spPria– mo riprendere ben, presto lllnto a, Jllarsiglia che a Lion<>,>. (i.,: finisce con ronsig:liarc l'amico << a, rest,are in I– la/ ia., dove c'è tanto da fnre e ci so– no pochi uomini capaci di fare. Se noi riusciremo voi avrete molto da, j(ire nel vostro paesP e vi daremo 1 mezzi necessari p(~r agir(', Se non riusciremo il tuo arri.vo in Francia non sarà altro clu> t111n pass<•ggia– ta e 111u, sppsa inutile >>. i\ilettf>te ora assieme questi diver-, si mo1nenti della vita di Bacunin: rj– volta polacca ('63) contro la Russia e ~ua diffida verso ]'intervento degli Stati libPratori (Francia. lnghilter– ni. Svezia) reclamato dai patrioti ,moderati polacchl. Guerra italiana <lei '66 e suo consiglio di non ,·ade– re nella trappola. Garibaldinismo dell'anno seguente coll'epilogo di Mentana 1! suo allarme contro il me– desimo. Garibaldinismo del '70 e sua chiara visione deHa situazione. Il pensiero dj Bacunin si aggira ~f"m– pre al centro di un principio (il qua– le si rivelerà sempre pii1 realistico a contatto della realtà): uno stru– mento di dominio non è idoneo alle funzioni Jiberatrici. Le istituzioni sociali non si autosopprimono. La {unzione <Tea l'organo e J'organo crea la funzione.. In altre parole: La libertà è un fatto e non un di– ritto scritto; nega quindi ogni orga– no che la conceda. Lo Stato è r,antilibertù e incan– crena ogni cosa che tocchi. La rivoluzione va contro lo Stato e si concreta .Cnori d'ogni funz·ione Statale. Non si demolisce nulla dal di dentro. La riforma è reazionaria, se divie– ne l'arma dei rivo1uzionari. U <( prov1\'isorismo » governativo è. fra le mistificazioni, la più perico– losa. La guerra è « ·i I mestin·e >) cl elio Stato. La Pace è il 1·iposo ilella guerra di Staio. L'entrata e.li Bacunin ncH'Inter– nazionalc coh1cide colla sua ultima esperienza: che il proletariato è la classP che ha tullo da guadagnare e nulla da oerdere nella rivo]uzione sociale; , ièeversa per la bo1·ghesia, come rlasse, la quale. come la Chie– sa. tro,·a sempre in un qualsiasi Sta– to il suo termine di difesa. Classismo? Ci dice Malatesta: « Per l'Internazionale era lai:ora– tore chiunc1ue lavorasse nlla distru• zione rlell' ~rditw borghese ». ·Pl·atica? Realtà? Positivjsmo? Queste parole wanno sempre a clue. e non basta.
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