Volontà - anno V - n.6-7 - 1 aprile 1951

za. •c1>pure non ignorasse u che ri• schi si esponeva, perchè scrisse: « noi non osiamo parlare qui trop• po apertamente, perchè lo poliziti ci provveclerebbe .mbito di alloggio >). Sottebohm ci dice cJ1e uel 1815 egli prese nota del titolo di un libro di Samuc! Baur sulfa storia delle rivo– luzioni, e la sua biblioteca contene• \'a in fatto Jjversi libri banditi dal– la censura come pericolosi per lo Stato. È di\"ertcnte sapere che tra eiìsi v·era non solo il <e Trattato su/.. lu Nobiltà » di Kotzebue, i I « V iag• gio <1 Sir<1c11s<1 )J nell'unno 1802 d.i Seume, e il (< P11rigi allo Zc11ith >1 di Mullcr - ma anche ... << I Van• geli apocrifi»: e tutti furono seque– strati dallo Stato alla sua morte. Il suo insegnante Albrcchtsbergcr lo chiamava « uu. esaltato Liberia• rio ~,. E la sua lettura favorita era ht t< Augsburg Cr,zettc ,1, che soste– neva tutto quanto allor.t veniva con– sideralo sovversivo nel campo delle i,lee. Nel 1789, mentre la Rivoluzio– llf' francese era assai impopolare in 8ocie1it a Vienna, al punto che Ber• nadotte ambasciatore francese era boicottato dalla gente per bene - Beethoven (ce lo tlicc Proud'honune) non se ne curava e, <e trovando l'at– mosfera politica e burocratica di Vfrm,w molto 1Jpf)ressiva, mada-va cost.mrlement.e a. vederlo ». L' atteggiamento indjpendente di 8Pethoven 1n1ò esse.re meglio valu– t.:110 se si considera la 1>osizione ac– •·ettata da musicisti subito prhna di lui. Mozart e Haydn, imparruccati f: rncchiusi ne.Ile uniformi di corte, erano trattati come valletti. Un al– tro ~aggio si ha nell'episodio Lich– oows~~. Questo principe, quando Beethoven arrivò a Vienna per la prima volta <1opo la morle di Mo- zari, gli mise a dis1>osjzio11cuna ca– mern nel suo palazzo, ed oltre al– l'aUoggio ed al cibo lo provvide di costosi strumenti a corda, mentre il conte Browne gli regalava un caval– lo. Eppure il suo bisogno d'indi– pendenza era tale che nel 1795 la– sciò iJ palazzo Lichuowsky per sta– bjlirsi in camere mobiliate. Nè egli mai nll8cosc al suo mecenale le sue idee libertarie. « Voi siete princi– /JC 1,, gli scrisse, <1 per il fallo acci• denwle de/I<, vostrn nascita; ciò c/ie io so,w, lo sono invece per me sll•s– :w. Vi sono,, vi s11r<m1w mi-gliaia di principi. Mn v'è un solo Bect/w. 1Jen ,1. Eppure non cm l'orgoglio a suggerirgli un tale atteggiamento, ma piuttoslo il suo senso della di– gni1ì1 individuale dell'uomo. Egli cm infattj altrettanto in10Ucrante di ogni udulazione che gli Cosse rivol– ta senza riferimento ai suoi meri– ti rt•ali. Quando nn cantante, Cramo– lini, cercò di baciargli la mano, si rjtrassc rapido dicendogli: « Fatelo a vostrn m1uln• ». Perciò fu giusta– ment1: det10 di lui che 1< er(l per lui dolorosa In soggez.io ,w d' "'' uomo 1td un altro ». Osò chiamare << i11gll11ni pubbli– ci >i le udienze dell' imperatore Franz I, cd una volta che l'impera– trice ordinò la sua presenza a corte egli rispose che aveva molto da (a– re ma avrebbe cercato dj liberar5:i per il giorno dopo. Disse al rnin– cipe Ludwig Ferdinaud di Prussia, r>arlando della sua abilità al piano: << 11oi !lUOna1,~ non già come un re od un pri,icipe, ma come un buon. pianista }). La moglie di Cherubini racconta che egli scherniva i pre• giudizi delle classi alte, e tratta\'a allo stesso modo con nna duchCS&a o con una borghese. E nella sua tar- 129

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