Volontà - anno V - n.5 - 1 dicembre 1950
tilo ») son da noi 1:ubblicate per niutare a /ormnrsi un'o1Jinionc pro1,riti. in base ad Wl giudi:.io />Crs<Jnale1.'f!ramente autonomo, <1ua11tis'illudm,o r.lte conduca rr. qualco:tn di bene fo /)redicn:.ione del « federare ori('11t,,rn "· Si asserisce cli voler COll essa immet.uirc 11ell'a11(1rchismo unn nuov(I vita• lità, ed inti·ece i11 pratica si tcu.dc ( anche se in buona fede. cioè .~e mm <' tale il JKOposito) soltanto a deformnre anche il 11101.:ime,110 am1rd,icu ,mro !{li orien1ame11ti « unici • e le srruuura:.ioni « omogenee • ,.,,,, ~mw .,tate il cavallo di Troja di Swli11 m•lfn conquista del p,.edomi11io t'lllro il. Partito lmlscevirA>. A chi. voglitt ri-/>ensarc in Ubertà la « l.ezione » di Stt1li11, facciamo rilevare fo proxre.1sio11c clP.libert1tf1 ,lclle idee e3poste. Si comincia l) con emtnf'illzioni ,;enerid1e, d'un classi:m10 combat• ti1,-oindefinito, rl,e cerlrm1ent.e troverebbero ,:om;ordi molti anche tr{l ,wi - poi. si a1,'f111za 2) l"iden cl,e la classe opcrnin de,:·e.'f.~cre dircw, eia noi. uaturalmentc pc.r il bene della riL-olu:.ione - dop,n di e/te 3) si a!Jro11ta il prohlema. delln mol.teplicità di Crup11i cl,e co."1it11isrn110 la .~ofo n~ultà tfo,1mi 1.l/ovime11to politico, e ·"i Vflra in pri11ri1iio l'id,•n delln m•1·1•.,;."ità dcll'ac,;c11trame11to - e 4) si /" cli <111cl.la i dea l'avvlica:.io11c prati,;n. ;,,. 1rod11ce11do infine e,"1,lici1nme11tc f"ide" dell.'aut.orità. Il. resto discende poi da sé: dnpvrima 5) il m.et0<lo di lotta ririolu– :ionaria imprigionato nei metodi. di lotta della JlUern,. per confermare chr i. generali ci VOJeliono, poi. 6) l'appl.ica:.ione delln « dirigen:a ,, clci .n:nerali a tutte le orga11i::azio11i. esi.'fhmti, 11er reali:.:.ar(' l'o11w.,;<'1wità inumana 1a11lo carn a chi 1,1,ol rssere ubbidito e SCJCIIÌIO. Infine. 1·01u·l11• ,,ione necessaria del. tutto - co11.rlmiot1eche era implicita. già neltu pr-imr, proposizione per chi sn copime l'm,imo - ecco la scomunica di cl1i11nr,111· ,,.ensi diverso, e L'1micit.à ideolo,:if't1 1ra,lo1ta i11 pratica ,·n11 la .mbor,/i,,,,. ::ioue di. tutti alle t.e.,i d'uno o ,rw, ,:ruppo. F impo$Sibile non sentire cl,e ,,ucstrc /ormufo::ioui, di 8tali11, da11110 lo .(ltesso suono delle formulazioni dei 110,°'tri • /ecleratori orietrlatori " . • ~ vi s'ag1tirmgc poi d,e il metodo da essi usato è JH'O/>rio quello dm•• <ico di Stalin. agJlirarc chi /.H!ll,ffl di1,-crso. fnr;di il uuot.o attorno pur ,,,.r,. l'lnmandosi. suo amico. diflondere nei rorridui mormorn:ioni contro di lui. generar.~li. attorno sospetti i11dct('rmi11ati 1? diffidenze imwecise - alloro non ~i. può far a. meno. ci pare, cli concludere che l'nzio11c dei eletti 110: ,t.ri 1t fcclcratori. ed orfeutntori » (intendiamo dei capi. o del capo) tenti,, " ,·o~truire il primo p<!:.:o d'una $lrnda che. se in i110te$Ì .(ii 1wolruuo.c.ce. r.i 1>0rt.erebbe laddove Stalin '"' ,,ortntri il popolo rus.•o - e sappfomo b<'ne rlw rott! è. Senza dubbio. 111,cl,ecla 11llrtc dei re.~istent.i alle 11ouità dei fe<lcrntm·i• orientatm·i, 11i. smw de/{li errori. ide,, ed tllt.el (Jlinme11ti cli1l'utibili. /tfo uclla .<CO.•tan:a ciò i'! irrileumte: lo dilferc11:(I rinwne <111elln che è. Di <111i !liti• mo noi, 11oi « re.1iste11ti "· l'lie camminiumo, ma~ori traballando un ,,neo! 241
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