Volontà - anno V - n.4 - 1 novembre 1950
realizzare con (ltrnlsiasi mezzo il possibile in ogni condizione data (ipotizzando <1ui11diuu n10mcu10 di agire dn cui si:1 esclusa ogni moru– l.i1.ì e pur resti ancorn umano). L"un concetto 1 roppo gcuerh-o 11011 cou– S<'nte di dcri,•11rne alcun ,:.ussidio di dclcrmin.1zio1w per il nostro opera• re. L'altro lro,,po ris1rcllo ci in~pri• gioua ncll'acccttaziouc e nella con– scrn1zioue del prcseJJtc. I nostri giovani i111cllettuali ccr– c,1110 fJf'tulolarmcutc• urrn ustralla t< giusta misurn )1 trn ,(Jttcl ma~~imo e quel minimo. Sono a volt.~ mn– chianllici, so1wah11to quando vo– glio no (( rugionare >1. o,ulc c(•n;HJ'(' per J':izior~c giustificazioni lo~i•·he: n \'Ohe sognalori, quando ,:.i b~ia- 11,,:, prendere dal loro ,:.pont;:ltlCOmo– lo f! s'illudono di ecdNi· ad un mo• mento di realismo. lll\ccc. In \'i:1 di n:ritù è prol:mbilmc•nl(• fuori d1•I pu- 1·0 sogno del puro 1·ealismo. l'olitica saremmo tc·ntati di dcfi– .uire come /.'orte cli re1dizztu-<'. in cittscuna situc1zio11e dau,. t1tlto il possibile cli llzio11c soci<tle ,·ostrut– tivu cc verso» cià che opp<1re neces– sario. Così è una be-Ila arte. pir-rw d'nri·a e di luce. Non li,1 confini ,·hr– la scpnrino dalla morale (folla 1cc- 11icn.e non è uè mornk· nè h'tuica. Non esige non esclude la logic:1. E· m1 momento dell'essere an:1rd1ico: rimane soggetta agli impulsi ~tessi d1·11'anarchis1no - che csp,·imono l'intcgrnzione delln uostru vila in– di, idualc e ne includono 1ut1i gli a– sprlli istnntnuei. Quindi, espelle da s,! O;!ni scivolnmcnto nel buio: an– clu, se il buio 1rnr logico e, altrnvcr– so la logicn, benefico. E 11011 i• pcr– \'usivn, non · domina nella nostra µiornatn: pur· esscll(lo un a~pctto 208 particolare del nostro vivere quauto pila possiamo in libertà costruendo tiuanto più possiamo di libertù per lutli. Intesa io uu ,:.enso così fluido e preciso, t< politico » in scuso mmr– d1ico implica dei limiti spou1n11ci e certi. Ad es.:· non ammette dubbi sulla scelta dei mezzi, iu <1uanto son ei-Clusc a pdori tulle Jc vie su cui prctcndercuuuo anche uoi tnlont di u~are del prossimo come slrumcnto d'azione della uoslra presuntu supe– riore saggezz11. Ad e~.: non tollera d'essere delimitata da « idee>> spe– ciali, nè isolala in (< sedi 1) s1•c<-iali. nè costretta in (< ap1wrati ., speciali: chi• anzi vuole esprimersi in tutti i monwnli della ~ioruata operosa di <·iuscuno di noi. <· per 1·iasc11110(o ci(tSCtm gruppo) Sf'('OIHIO se SICSSO, Ari es.: ripete con llakunin che « la mia libert(1 è libertà di lutti », e ci d:ì così coulinua coscienza delln pa– rità sociale perfetta tra mc e il la- 1fro e In proslitutu ,. lo sci,·nzinto r– ii poeta cd il filosofo. il sc-nso prr– mnnente del cercare 1< la mia lihc1·- 1t1 )J nel dirillo di lttlli gli uomini<· dorme miei uguali. chè solo così io divr-nto 1< vcrnmtntc libero,, e libe– rante. Suppinmo che ci si dice: l'annr• chia non è possibile, ogµi. Ma se uoi ccrcnssimo uno schcmn so<"iah· realizzabile subito saremmo o col PC o col PL o altrovf'. non certo a– nardtici. E11purc siamo anurchici. Pcrchè com!{lleriamo possibile og1,:i (e 11ecessnrìo)' ,'!emi,wre lrn il nost.ro prossimo vivo, a~irc con esso nelle quolidinne contese e ricerche, ecci– larne nd alimcnlarne le volontù di libcrlà concrete fino al giorno in cui eftsc divampcnmuo in rivoluzione.
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