Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950
nt'sswin istituzione, e tanto meno un governo, l1.1ru10 .1lcun diritto di ('111<-lt<-rf• quelle affermnzioni di ric– chezza f•hc sono la carta-moneta, a mt>110 ,·ht quell'uomo o quella isli- 111:,.ionc producano dei beni reali. Ecco un punto su c•ui riflettere: e bisogna pcu~arlo finchè la sua vcritù t•rnfonda app.1ia ben chiara. Che C0!-a può dunque 1111 indivi– duo fal'e cou la moocta (s'iutcndc, b carta-moneta) ? · Può portarla al mercato, a quel mondo-di-cose che 1·nppresentu il risultato ch•llo sforzo altrui. e conq,rnre tra quelle cose C'l,e- sono offerte ciù <'h<'gli conviene. Qnando tu fai ciò. lu f>fTeuui una scelta. prendi una decisio' 1 e - per te solumto, non per altri. Non ti 11·ovi nlJa sezione eletlorale per dc•signnre qualcuno che poi Iucciu rorrere me (o viceversa). Per <1uan– to anche ul mercato lu designi, tu scelga, tu elegf,!:aquulcw10 - la pn– sona o le persone che hanno fatte le cose che tu compri - ma solo per quel tanto iu eui tu sei interessato, e so1o per qnel1n funzione e quel lnvoro in cui es.~i erano per loro conto intNessnli. La tua sceltu è p1!r te, la loro S<'('ltn 1'- per loro. N111u– rulménte (pttrlnndo in tennini di elezioni) se essi non otten~ono al mercnlo f1Voti sufficienti>) (cioè se i loro prodo1ti non venl!ono co,nprnti in <1uanti1à sufficiente), essi dovran– no presentarsi candidati JlC'r qualclw altro 1cufficio» (cioè J)rodurre o meglio od nhrn da rioffrire al mcr– culo). Essi rimarranno nel loro« uf– ficio>) (cioè seguiteranno a \'Cnderc) finchè seguiteranno a fornire beni soddisfocenti per i compratori - e si troveranno immedinltmtcnte mes– si da porte appena i loro proclottj mauch}uo a <1uesta condizioue, op– pure quando altri si dimostrino più c·apaci per fare jJ loro lnvoro. La ri!iiultnnte di tutte quelle scehc individuali è una !-ocietà cooperativa spontanea, senza nessu.ua diretta so– vrintenclenz11, senza burocrazie, scn– z:1 dittature, senz11 nè re nè presi– denti nè commissari, senza deputali nè scnnlori. nè 1u11a <1uella vasta ord11 di p11rnssiti politici eh<" la so– <•ictà ha ~pportalo da tempo im– memorabile. Una la le qunsi ·automnt i ca comi i– zione di c·o!!e è 1-tnta resa possibi IP idnllu invenzione della 11101H'ta. <' s1>eciaJmcnte da quelln specie di cre– dito circolante chiamalo moncla– credito. Secondo me. 111 il-copntn di questo metodo di scambio è !l:ta10 il maggiore elemento cooperativo e ,1uindi lilx-rativo rli tuua lu uostra storia. E mi pure in<'reclibile clw tanto s1,rsso il signifieuto cli tnlf• scoperta, e la Hl.li influenza sul pro– blema sociale, sin trascurato - nu– che dai riformatori della tuonela. che In consiclcrnno non già elemento vivificalo da diretli ra1>porti umani mn u1rn J)nrtc d('I 1< problema N·o– nomico ». Jn realtù. <1ues10m<'todo della moneta per lo scambio. che consiste nel costituire e valorizzare mm promessa in modo che essa po;:– sa circolare ed iufluenzan: 1'nllivilù economica. è davvero l'olio che lu– brifica il ,,rocesso di ,,renclNt" 1kd– i-ioni in libcrtù. Dov'è chmquc l'errore. nella so– <'ielà cli oggi. che par abbia rom<' 111.10dei suoi cardini di funziona– mento In moneta, c1>r11rc non n!'Si– eura la libertà a chi lavora? L'errore sia nel monopolio - p<'r
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