Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950

µ:nante che pr·edispoue oggetti da disegnare e insegna come disegnarli distrugge lo spontaneo uso dell'arte ,·ome mnnifcstnzione indi,•iduale e di~truggc altrcsì il pl'czioso impul- :'O creativo. 111seguito, verso gli olio anni, in molli h;11ubini incomincia a eme1·– gcrc l'auto-critica. 11 bambino desi– dera che il sno disegno assomigli più alln realtà. Egli è infelice della :-ua irwapacitù di rcnlizznrc sulla carta ciò die pnrzialmcnh- vede 1·011 glì occhi della mente. In questo dC'- 1crminato momento l'inscgnnnle 1,uò subc1.11rare osscr\'ando i tenta– tivi del fauciullo e dandogli l"aiuto strettamente necessario. il suggeri– mento tecnico di cui c1,tli ha biso– gno per soddis-fnre se slcsso. Noi ndulti 1cndinmo nd essere im1>azicnti di impartire lu nostrn superiore conoscenza e anche <1unn– dr. ci trnttcuiumo fino al momento giusto ci 1>rodiglaimno allora con troppi aiuti e consii:di. Vinscgnunlé !!-01~gio lascia il bambino abhaslunza ~oddisfntto dei propri tenlativi pN rvitarne lo scorAggiamcnlo, abbn– slrmza solo con se stesso 1,crchè sia libero di migliorarsi, di tornare i11- (1ie1ro f' di ef'rcare altro aiuto. Così tra11ato. il bambino disci– plina la sua stl'5Jla f'Spr·es.:io1w. El!li ;:: CSl'rC'itcr:ì ripclutamrnlè. si <·ri– ti,·hcr;'i " migliorerà. QuanlO pili è forte il desiderio di raggiungC'rc una pcrfotta cspree!lione, uun cspressio- 111·· che rneglio soddisfi lui stesso e non l'i11scgnnn1e, lanto più ,·gli scn– tinì fu nC'ccssilà di una rigorosa di– iiciplina insita in ogni n1·1e. Senza tli essa non si ottiene 1.- soddisfa– zione pcrsonaJc. b) - Unn seconda ma c~~rnlmcn- 130 te 11rimiti.\11 [ornrn di e;,pressione è l,1 1 <'citazione. I hambini creauo uu mondo di :.og11i. in 1>arlc riproducenti il mon– d, intorno nd essi e il mondo di 1111(1 :-to1·in che essi hanno sentito e nella quale poi si figura.no di vivere. ()uando i hnmbiui « giuocauo alln c:.sa >> come Iuli i i bambini fauno, o qunudo 1< giuocauo alla scuola " (_' al «mercato>), o ri..(anno sptmti di 111111 lnvolu, essi vivono cou spi~ rito crenli\'O in quel mondo. Quun– ilo sono Juoho piccoli non tlìumo una forma organizzala a qucsln re- 1·it11zione. Un'azione, unn !rnsc di 11na con,,ersnzione ,,orta naturul– mente alln successiva ma 11011 vi" è 1111 piano, nnn prcordinutn scqueln di azioni. Mn un po' pili tardi la fonn11 emerge. E!!si recitnno Linn storiu invculuu– d,, le parole <·he si 11d11ttuno alle azioni nrn con tm definito principio 1· fine. JI giuoco della recita diventa nq,prescntnzione crcativn. Oni, co– nw nell'arte grnficn, arriva un mo– mento in cui i fanciulli ncccllano volcnlieri consigli e suggerimenti per migliorare la loro rnppre~c11- 111zio11t·.Anche <1ui vale lo stesso m\'t'rlimento: j suggcrimcnli. i (•on– :-igli devono es~crc In semplice ri– ;.11os1n a 1111 bisogno che essi SlCsili sc11101m, non do\rrauno essere mai ,-o~i m:rnluti da soppiantnre la spon~ t:,ncn \C1rn creativa. Dal loro stesso dt~~idcrio di fnrc questa rccitn in 11111; nrnnicrn che li soddisfi, de,,c v1·11irc la disciplina delle loro nzio- 11i l11 :-istemnzionc del palcoscenico, l"t1dattamento rndimcntalc dei co~ ;.tumi. r) - Lo scrivere, al contrario dell'arte- grafica e dell'arte recila-

RkJQdWJsaXNoZXIy