Volontà - anno V - n.2-3 - 1 ottobre 1950
stica, ad es., ma nou includono pro– bubilmc111c gli artisti. Non si vede d1c qu<'slo immnginore in astrntto una dctcrminnzioue fotta - du - qual– nrno - per - lulli riconduce 5('JUJH'e alln creazione di un'nulorit:"1 che ne im1>ougn e ue attui il riconosci– m<'nto? Tuttnviu. ci si dice, ,< ••• 11011si. può proibire r,d un gruppo di imli– vidui di rusumer!!i il foooro d'un com1xrg110 artist.a, M:rittore, ,,,.ete (o di darBli i me::.zi di cm,sumo ueces– .,ari) ... ». Che gruzio. <1uel si! Chi 11vril il potere di non proibire. eh<' su1>pone quello di proibire? E, nel merito, che vasticcio è <1ue!'IO mc1- lf're sullo stesso piano l'artisla e lo M'rittorc cd il prete, in una « clns– sc ll che surebhc i< tolf1lme11te J>lffflS• sitarin dt1l punto di visw mntCt'ill• le•'? I si,::nori si s.ara.nno ~encro'-i con J'artistu lo scrittore cd \I prete: non impediranno <·IH• si fact·111 loro l'elemosina. Ma che dire dei valori culturali che almeno l'arti~ta e lo scrittore possono rappresentare, ul– tn~tlunto « utili li i.o,•ialmcntc quan- 10 il lnvoro ciel fobbro o d<·I conta– dino o d<'l marinaio, e che invece sembrano scartati - lasciauo quin– di intravvedei-e tma socict:I domi– nata in ipotesi assurda dai lavora– tori manuali, 1>roprio l'im•erso di ciù ,·hc gli anarchici pensano, sostenen– do la libertà di ciascuno di dedi– carsi ud un lavoro manuale di suo ~c-nio e ntl un lnvoro intellettuale pure di suo ~cnio. senza ,qwrme~ili>, di nessuno? luv('ce, ecco il solito elichè mar– xiiiòtu della « $OppreS$ioue totale del.la ,,ropriet,i pri-1,Ylta dei mc:.:.i di produ:.io11e » prospcl lato nn– cora una voha come panacea. Ta- 80 le so1>pres:,;iom~ è rcnlizz11tn picn11- 111(•ntc nelln Russia bolscevizzata, e 11011 ne è riii:uhato affatto uua so– "if'IÌt libera. Sappiamo OJ,!gi da <1ucl– l'cs1>cricnzn t·he In sop1trf'ssione dcl– h1 proprictì1 privala dei mezzi di produzione non esclude affatto 111 !-<·hitnrilù. Ln com1rnrnzionc, fou.-1 ,wll"opnscolo. (•on le comunità fa. miliari e 1·l'lii,.:iose definisce ancor nie-'lio i cn1·111t('rinej!:ntivi della fO• t·iel:1 che Ly~ immuµ:i1111. essenzial– mente autodtarin. con qualcuno cht· ha il polcn• ili df'tidcn· e di impor– r•~ le ~ue dN·isioni. Le 1·onm1.1i1à fu. miliari e rdis:dosc non 8011 forse ba– :!'ntc .mll'11tllorità'? E In stessa so• <'ietù degli lnl'11~. che si 1wopone ad csNnpio, 11011 cm lor&· fonclatn !!Il una \'crn e 1•roprin schiavitù cli Stu• to - r•er cui essn precorr(• nou ,ri:I lu a11urd1ia mn l"cr~astolo bolsce,•iro ? Come nnivnre nd u1111 111le socic- 1:"1 11 liher1nri11 », secondo Lyg? 1c Un 'Comitato di lotte,', sorto democmticm11Pt1lC dal movime11rn c1.malit",.io, de11e studhire i migliori me::i tecui,·i pe,. 11e11tmli:.:.are le c11<mt11ali /or:.c ,wvcrse il più sicurn– mente e ,.apidamente prusibile ... »: non è intimamente autoritaria (ol– lrc che scmplicii'ltn!) 1111che questa rivoluzione che 8i renlizzu nttra"crso una s1wcir di « Front<' clrgli •nnici dclruguaglinnza n'? Che cosn infatti può de(·idcre il Comitato di lotta? llomhu atomicn? Colpo di 11111110 alla Bl1111qui? Si cr<'· d(' da,·vero dw con tufi od altri mi– Hlrc elabora!(' in un centro si rosan rnrro,c:nrsi nllu lott~ cd alla resistcn– zn nttiv11 di tutto il po1,olo, ciascun gruppo secondo le sue idee ed i l'UOi propo8iti. nei <1uali ci si può ini;eri-
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