Volontà - anno V - n.1 - 1 agosto 1950
zionc borghcsia-prolctarialo, cioè couscrvuzionc-11rogl'CSSO. cioè 11enul– limo anello - ultin10 anello della catena della storia. Perlomeno bi– sognerebbe aggiornarsi. e sostituir<· ~ ,,crsonagi del 1848 cou <1uclli t1·og– gi. Astenersi quindi dnlrusare tiuci termini fiuchè non sia d:at:i di « bor~hcsia >> e (( prolc1ariato » una. definizione ca1>ace di indivìduar(' uomini oggi esistenti iu cnrue cd ossa. H('Sla le ~cucricn contrapf>O· sizionc fra chi-n1ole-star-1ncglio f• chi-non-vuole-s1ar-mcglio: si tratta di precisare come oggi si incarni negli uomini. Corollari: l. Chi Slu mnlf' vuol slar me– glio: ma 11011 è dello che agi~(·a in co'bscgucnza. Non csislono ,·lassi elette. 2. Chi sta bene t! 1,01cuzialrm·n- 1c un lirnnno. Chi sia male è 1•0- tcnzialmc.ntc un ribelle oppure un servo. Il ribelle è flOtcnzinlmcntc w1 costruttore di un avvenire mi– gliore: e- questo i;.olo inte,·cssa. 3. Problema della (e rivnlta ser– vile n, sfo~o uc~alivo cli situazioni in1ollcrabili. lii. Critico del concetto di "attività politica,, La 1>oli1icn <'Omuncmcntf' inl('Sa è medinzione tra forze esistcnli. allo 8"0flO di perrncltcn• IQ s1nhil(' Cllercizio di un 1•0INC. Com(' talf'. eesa non crea nnlla di mu)vo. Riso– ~uercbhc <'laborarc un'altra concc-– zionc cli « politica >). come creazio– ne di forze orientai<' ,·crso il me~lio. U,;cire dal solito hinnrio cln:1se-1>ar– lito-potcrf'. La r>olitil"a. ne-I ~mo 6' atlualc. polrchbe definirsi u tecnica dell'esercizio del potere >1: da essa 1101) ci si può :,spellare che tJuel che si è avuto fino ad ora. Interessa una « tccnicu dclra~o– ciazione umana >1: essa con.1prendc CH>m1>i di \'ila. elaborazione di nuo– ''l! idee-forza: aiuto a <'hi vuolc– :tlar-mc~lio. ,1ssi:-tc11za. educ:1zio11e. ccc. Sono dm· a1tivi1i1 fra loro in– <:ommcnsurabili (eorri:tpoudono for– se alla distinzione di II politico» t· ,esoci~lc ,,. di cui si ò parlato fra noi). E surehlw df'si<lf'rtthilc che la storia della sccondn prende!"..;;<:: nei manuali il posto 1•hf' occupa In sto– ria della 1•rima. IV. Critico dell'attuale visione del mondo Come pcnsi111110 noi il teatro delle nostre azioni ·? Jn geucl'c lo pensia– mo in modo 1.:onfuso e unibiguo e– non ci curiamo di sapere quanlo CEso t·i intralci o t:i :1iuli ncll'a~irf'. AJ1chc qui bisognereblX' rhiaril'(•: crediamo noi ogj!i a un qualrhf' Dio '? 1.;1·cdiamo al SolP. •dia Lun11. alle stelle. allo spazio vuoto. a~li atomi c :tj!li elc1troni ? crediamo al mondo dcll:i IC'orifl dei quanti ? o mn~ari al monclo della teoria ,!el– la rclativihì ? o a u.n , 1 11µ:ofluttnarf' di spiriti ? E decidiamoci rul affrontarf' i problemi-limite: che cosa dobbia– mo 1>ensare (o non pensare) della morte ? che cosa del dcsti110 nostro di uomini. del senso dn dare alla nostrn ,,ita ? che l'Osa drl bene r del mal" ? che ('Osa della biblil"a condanna al lavoro. e- della schia– vitl1 che ne consegne ? E delineiamo ron corap:p:io il do-
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