Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950

t:ì ch'egli ,•cdc ,,ossibilc: di diritti reali ve n'è uno solo, il 1< diritto di ciascuno ,il suo giudizio persona– le:... Un diritto così cspansi,•o, cos: averlo, e 11cllo stcs..~ tcm1>O così aderente alln. di,•ersità di ciascuno, che in esso s'annulla perfino l'idea aulica di premio e di Ct1Stij'.!;o, e dn es.so sorgono invece Jibel'i e spon1:1- nei i doveri che regolano iI compol'– tameuto di ciascw10 verso i suoi vi– lini - avendo la loro sorgente ue– renne e molteplice ucl sem1>re rin– novantesi giudizio personule. Io ho diritto soltanto a ciò che il mio vi– cino concorda di dovermi. Non ho alcun diritto di prenderglielo, ,lal momento che nessuno può obbliAa– re me a rendei-e servizio a lui o ,,d altri, se 11011mc ne vic11c l'impulso dal mio stesso giudizio. Posizione radicalmente antisocia– lista, radicalmente antiliberale. i\"on il comportamento regolato da )JJiti colleltivi - ed in fauo dagli ordi– ni di clii se ne fa saecrdo1e od inter– prete. Non il comportamento sug– gerito da Costiluzioni - cd in fatto imposto dalla rete di ,,otcri cioè di domini e di sottomissioni che costi– tuiscono lo società presente. Ma il comporln111c11to sano dellA pcrso111 libera tra persone libc1·e. uomini tutti, e cilÌSClmOaiuta l'nltro con i conl-igli le censure le resistenze nt.ti– ve le disa1lprovazioni tncite il cui integ:rnrsi mantiene lutti diritti sul– l,1 buona ,•in. Società politica Inve<:c, ecco ben altra la società politica. Ecco il fotto che è insieme socinli– ~ta e liberale. il fauo ..-arattedstieo di ciò che socialisti e libernli !H"csen– tuuo come ttvitn sociale>): il Pal'lito. Codwiu, con la sua critica della « ussocia~ioue politica», an1ici1>.11. l'an:disi sociolo~ica del Purtito, l)re– vc,le (nel 1790) il necessario c0&ti~ tuirsi di l)SCudo-,·eriti, definitive \."O– me suo fondamento verbale, e In t-tia nccessuria degenerazione oligar– ..-h ic11 come conclusione concrettt. Volontà di partenza. pnrallele in 11111c le ,•ari:mti. di chi ucl Partito si anuolu dclibcrntnmcnte: comnndn– r1•. Chi sta in alto vuol comanda,·c sui suoi compagni prima di 1u11O,in attesa di usar d'essi come « mns5-a 11 d'urto 1>ercomandare su tutti: "·! i suoi compagni accett:rno di ubhi11i11· ,,crchè ne sperano io compeullO i: _:!iorno in cui :anch'essi dnrnnno 01·– dini entro il loro f< reparto)>. Al di– :.ollo. i molti lrnscioati che snn solo ubbidire. Da cui l'errore di metodo. inwpprimibilc: mentre per c:iungcre l.Jln ,,eri!ù è essenziale che ciascunn procuri di cerc:u·e e f}Cnsn re da sè. nf'l Partito ciascuno scnle di riuscire mcll:lio <1unnto piì1 annulla se Sle5• 50. identificando le sue idee cou tiuclle dei suoi vicini. i quali alla 1,,r ,·olta compiono ,·crso di lui la sle"-M operazione. Lc,l!:gcrc, studi:1- rc. solo è ,,alido per costruire cou– fermc della verit:'a miticn che s'a~– sume compiuta dai Testi sacri: uou già la uostrn azione <1uotidinun , i– vifica quei testi, ma anzi viene d:i. Cl!si mortificata, costretta in schemi preconcetti. In tale inumana Sl)eeic di as– sociazione, più :1vauza iu auto– ritii (cioè pii't è ubbidilo e segui– to) uon il sag,l!:iO l'onesto il labo– rioso ma il furbo l'intcmpcrnnte il 1\iìt abile nel darsi oi:z;ui momento i09

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