Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950

dubbio o nffermano la 11ccess11rin dialettica della socialit:ì. JI risultalo è quello di sempre. Contro gli e1ligoni di Jeffersou o di Marx (o di Gesì1) gli uomiui e le donne delle generazioni via via sus– seguentisi dovrnn110 ricorniuciare sempre a bauersi. Fatica cli Sisifo: ricominciare vale solo a ricostruire Ju necessità di ri<·omincinrc da ca– po. Ci si ostina a reslnre sulla via ddla s11·ut1urnzionc sociale, invece di avviarsi cor-aggiosarncnle sulla via della società anarchica, rifiutan– do di vivere secondo schemi e piani ai1rui. affcnnando ciascuno in st'· la ~ufii<-if'nle Snj?gczza la sufficiente for– z:i per alimcnlare e re~ol:we la pro– pria ,,ita e contribuire alla vila di tutti. L"idea anarchica della vila socia– le - che si im1>ianta in Goclwin come negnzione empirica d'ogni istituzione come affermazione em– pirica <leJla pcrsonn viva e del suo giudizio pcrsouale autonomo, in una. rclc infi.uitnmente molteplice di rapporti tra. vicini - si eonc1udc con il rilievo della contradclizioue necessaria Ira qualsiasi pensiero di società e qualsiasi r>cnsicro di go– Hrno - corrclativn all'insopprimi– bile eon1ras10 Ira ogni fotto-socict:ì ed ogni folto-governo. Egli a.ffenna come necessaria e possibile (e gi:'i agcute in quelle zone marµ:innli del– la vita sociale in cui si riesce a vi– ,c,·c momenti di umnJ1i1à) l'nssocia– zione minima aperta fluida, base cd clcmcuto della vita socia!<-. E gli sicssi modi di operazione ch'egli constata per le persone si1tgole en– tro tali associazioni, egli li proietta ~u 1u11i i campi possibili - senza ddìnidi, ehè sono i11finili - per i 1,roblemi che i-it:hiedouo un'azione sociale più vttsla .. Fn col pensiero ciò che vivendo si fa con l'azione enlro In connmit:ì locale, entro le molteplici associazioni cli comw1ilà, che (< cost,·uiscono n soltanto quan– clo ed in quanto si confonnano alle esigenze delle persone che le costi– tuiscono auzichè pretendere cli im– porre ad essere del (<meglio». Ecco essenziale in Godwin il l'i– trovamcnto della idcntilÌI nccessnria tra la moralità che fa umani i rap– porti Ira persone, e la non definita nornrn morale che faccia um1lni i rapporti tra associazioni e trn co– mu11it:ì - e negazione della distin– zione sofisti<:a tra moro.le e politi,-a che lutti i politici, si ispirino essi a Jcffcrson od a Ma,·x (o a Gcs,ì), tentano di ribadire in forme magari nuove su ogni gcuernzione. In uu Inie quadro non v'è ovvia– men1c alcun poslo per problemi islituzionnli. Gli amici Iedcralisti d1e in essi s'affaticano, costrnisco– n-..> bei progelli di <edichiarazioni di diritli )) come fondamenta, o come edificio bei progeui cli Pnrlamcnl i si~tematicamcnte misti J)CI' uno Sta– i'> amrninislrntivo. Essi si loJ?Orano vannmc,;IC atlorno a soluzioni illu– sorie per mi problema illusorio. Tullo è valido, anche le faulasic 1,iì1 assurde anche le idee di conm• nità più r-cpulsive, fi.nchè non pre– tt-ndc d'esscn' riconosciuto ed a<:cct– lalo da ahri •- finchè rimane rcµ:ola per <1uclli soltanto che l'hnnno for- 1m1lato o vi si sono associali. E «chi,l si!!nifìca le persone singole clelermi• rrntc, uomini e donne vivi, non gi:ì fanlasmi di t<collettività)), Nulla per ,e.oniro è valido, n<'mmeno i pia– ni più concreti le proposte più sedu- 715

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