Volontà - anno IV - n.12 - 15 giugno 1950
calore - purchè s'avverta che que• sto fcdernliw10 di Codwin hu ben poco iu comune col federalismo-po• lilico dclrinsieme di movinl('nli che OJ!~i con lo slesso ciu·tcllo clas• sificatore si muovono sul piano dei governi non su quello della i.ociell.l. f.' vero che molti vi partcci1,:mo illusi con animo che pnò dirsi j!Od· winiano, ma perchè non si accorgo• uo d'essere prigionieri di macchine poliliche operanti a ben altro che i loro sogni d'unrnnitù. Godwin infatti vede la sociclù umana come un mondo di persone libere e libcran1entc associo.te e in modi molli e diYCri-i federo.te. Ma nella ~un visione v"è - garnnzia di lil,e1·tù clic 1wnnanga - il rifiuto spietato della fede irnplici1a, della cieca sottomissione all'autoritil. del• le istituzioni 1>oli1i,·hP: <·iot.·di ogni societi1 «strutturala)). Le stesse counmiti, son reali per lui solo in quanto associazioni libere cd aperte di persone: l'attivit.i connmitaria delle persone non può gia1n1nni pen• sarsi scnzn inganno di\'('n;a dalle alli\'itù 1>ersonali di cui è proinio– ue e integnuione. Organizzare le cormmilà nel lol'o int~rno. cd i r:lpporli tra <·onn111iti1 su lulli i flia• ni possibili. è un'impt·csa che riesce in veriti1 sollanto se s.i avvia in for– me a-costituzionali, se resta per strada decisa a rimanere a-costitu• zional,-. Jnvf'ce lo sforzo dei fede– ralisti politicauti d'oggi (ed anche dei federalisti cosidetti « integrali » che son la punta relativamente anar• d1ica del movinwuto) tende a ritro• vare a definire a costruire u.n qual– che ti1>0 « ottimo>, di societù strut• turalu. Se ne fannQ una immaj:!_inc intelleunale così cougegnat~, che il• lude di far svunire rautorità allr~• verso J"opt.~rare dei suoi istituti dei suoi polcri, in brC\'C della sua Co• stituzioue. Quanti nrni 1)/'ogetti tali di Co• slituzione Jdcale fioriscono nel nostro tempo, tutti o socialisti o lil,eruli nell"essenza, e tutti 1,ro– me11ono la nascita d'un mondo uma11O alfine libero sol che si rea– lizzi la slrutlurazione socinlc secun• do le macchine giuridiche imnt:11,!i• nale in ciascuno di essi. Ma ucislu• uo di <JUei progetti sfugge all'crrOl'C• dell'orgoglioso e pue1·ilc pensare chc- 11 io J> o (< noi >> abbiamo alfine « ri– solto il woblcma ». Abbiamo invc-– ce pensalo u1ia 1>oss.ibili1ù nitra di 1c11tali,·o (e d"enorc), " &· trovc,·r– mo dii con noi \'Ogli:1 affrontnrm· 1·es,,cricnza. \1·11du1·rc1m) i11 pr:1lica il 1>roµ:ctto q11a1110 possibile. Ma sc– c-i propOl'remo che la soluzione vu• lida per il noslro gn11>po s.·cstcucl.1 n " lutti >i. allorn dovremo 11ccessa– ria11H'11lc ricorrere alla viva-forza della violenza o dell'iugauuo, cd u:'òamlo tali mezzi distrugµ:eremo il nostro stesso fine. , li carallcre ncccssariumc1.11e auti• lihertario di ogui SflCcie possibile di ::,;ocic-t[, che si pl'etcnda cli <( iuqua• drar(' )► di orµ:nnizzru·e secondo uu piano d"i5,tituti complclo cd omogc• neo, è messo bene in chiaro dt1 Godwìn nella sua critica alla « SO· cictà 1,olilica », la società con Go• veruo - che è per lui Ja antisocietù. Non v'è nessun Governo che po~– sa lasciare ai suoi sudditi la perma• nenza dì uu quanto di libertà suffi– ciente pcrchl! si svih1p1,iuo in uo– mini e donne « umani ,>. cioè in persone che non hanno alcun biso• gno di comand:.1re o d"ubbidire. Non 713
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