Volontà - anno IV - n.11 - 15 maggio 1950

mento, non già la ,liberazione, il d1e è quanlo dire che preferisce la morte invece della vita. Via vin che In ci,·ilizzazionc uro– grediscc, diventa sempre più palc5C che In guerru è lo scatenamento mag,c;iorc che la vita offre all'uomo ordinario. In lessn ·<'gli 1>uÒ ulfinc Jascinrsi andare secondo il suo cuo– re, perchè in essa µarlarc di dclit- 10 non ha più alcun significato. Ln colpa è abolita quando l'intero 1,i11- ncla nuota nel Sllll/-'Ue.Cli inlcn•tdli di <':lima del tem1•0 di pa( 1 e scmbrn– llO fatti perch'cgli possa affondan• più profondamente nelle paludi del 1•omplesso saclico-masochista che !li è attaccato come un cancro al cuore della nostra vita civilizzata. J>aura, col1n1, assassinio - ecco il triunwirn10 real,• che go\'e1·1u1 la noslrn vita. Che cos'è allora c10St·c-- 110?►> l.'inlern costruzione della \'ila. come ci è nota ogµ:i. Pnrlnre soln– mente cli ciò che è incleceu1e sudi– cio impudico corrolto clisµ:ustoso <>cc. rip:u11rdo al sesso, è ne,:tarci la ~rande gamma di re\'ulsione • re• pulsione ◄·lie In "ila modern11 met– te 111nostro servizio. Oµ:ni sclton· della vita è viziato e corroso dn ciò che sconsideratamente è co1.11russe– µ;11ato ◄'Ome 1< osCcno >1. Vien fa110 di chiedersi se un folle non polrt'b– be in\'Cnture un termine più ad.il • to più com1H·cnsivo per uli impuri elementi di vita dw noi c-rciamo ,. m1scoudiurno ,. che mai idi•ntifichia– mo col 110:;tro stesso torn1,or1amc11• to. ì\'oi pcusiamo che il pazzo abita un mondo co1111,l<>tnm◄"nl<' separalo dalla realtì1. ma il nostro :..tes~o com1>ortamcntc di Ol!ni i::ion10, sia in ,(!llf:1Tad1f' in ,,at·e. moslrn tulli 680 i scµ::nì della pazzia, solo che lo si esamini <In tm piedistallo legg:er– menle ,,ili in alto. ,, •10 /,o eletto 1>, scrive un ben no– to l'Sicolo,:to e, dw quest.o è 1111 mon– do 1x1zzo: che l'uomo è J>azzo il J>ilÌ ciel suo tempo: cd io credo che i11 1111. certo .~enso ciò che noi c/1iamiC1- 1110 mornlità è !Wmpliccmc11,t.c una forma cli pazzin clic si trov« nel e.~– scre 1111, adattamento possibile ulle circosta11zc esistenti ,,. ()uando l'oscenità genera i suoi prodotti nel campo dell'arte, e in particolare d<'lla lelterntura. "i [uq– ;dona u~ua lmcnl4• <>ome uno si nt• mf'nto 1t•cnic-o: gli clerncnli drlihc– rat i i·IH· \'Ì !'-0110nou hanno niente eia farr ,·011 l'eccitazione sessuale. comC' accade in"cce ncllu 1>ornOJ!nt· fin. S<> \'i è un ulteriore motivo in nzionc. esso certamente v11 mollo nl di là del sesso. JI suo scopo i: di !-\t'J.di11r1• i' di inlrodurre un sc-nso di rcaltù. li suo uso da purtc dcll'ar-1ista può essere llaraj?:onato iu un certo !'Cnso. all'uso del mir:H'olof'o da par– te dei 1\lar~tri. Questa qualit;Ì cslrcmn .... osi sln·t– tnmente 11ll('111n alla di.:.pernzionc. è stata il SOJ!f.!:Cllo di diballiti senza fine. Niente di ciò che è <"Onnesso ('On la "ila di Crislo. per esempio. è stato sottoposto ad analisi disscc• r·anli ouunlo i mira◄·oli :1 lui ullri– huiti. La J!rnnde domanda è questa: dovr<'bbc- il Maestro induli::erc a sè i;;1css.o.o do"rf'bbc astenersi dall'im– pieJ!arc i suoi strnorclinari polcri ? E' slato osscr\'ato che i µ:randi urne• i;;1ri Zen (che rcspingc\'uno la scrit– lurn come mezzo di comunicazione) non 11011110 mni ◄'!<Ìlalo a ricorrere

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