Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

cialc e della sua incapacità di go– vernare iu modi ordinati sia sul piano nazionale che su quella in– ternazionale. I federalisti differiscono fonda– m<'ntalmente dai comunisti e dai socialisti marxisti nella intel'prela– zione della storia e nella concezio– ne della socicti'i che dovrebbe sosti– tuirsi al capitalismo. Non si vuol con questo dire che tulti i fcdern– lisl i acceuiao una stessa i.otel'pre– tazionP. della storia, .nè che essi ab– biano uno schema dettagliato e pl'cCi!io che ci seodclli bell'e pronto il millennio solo che lo si applichi. Ma proprio per tali ra,:;ioni, essi non inteuclono accettare le idee f'~('lmive. ri~ide e dogmatiche che di~tinguouo il pensiero marxista, si applichi esso alla storia, all'econo– min, o nlla organizzazione della so– cielà. , Coloro che non hanno studiato la sloria del mar~ismo ai suoi inizi credono talvoltn che i contempora– nei cli Marx non valutassero piena– mente le conseguenze del trasferire nella pratica le sue idee. Oppure si crede che il regime attuale della UnSS rappresenti una deviazione dhi veri 'priucipii marxisti, c cJ{e uno Stato marxista non somip;]ie– rehbc all'Unione Sovietica altro che in superficie. Ma tali idee non sono soslenulc da fatti. E questa quc– Slione è importante perchè ci con– duce al centro stesso della opposi– zione federalista al marxismo. Libertà e autorità Molti tra i contemporanei di Marx riconobbero che il problema essenziale del socialismo ern il pro- blcma della Jibe1·tù e dell'autorità. Tra i suoi molli critici v'erano due uomini, Jhkunin e Bismarck, enor– memente diversi nell'atteggiamen10 e nel carattere, ma concordi nel ri– lenere che l'elemento fondamenta– le della intera costruzione di Marx stava uella sua concezione dell'au– torità in mio Stato socialista. i\farx era un centralista: cp;li credeva nel concentrare il polc1·e del nuovo Stato t~elle mani di pochi uomini. Padava di ((diuatura del proleta– rinlo ,,, ma in pratica intendeva la dittatura dell'élite comunista. Ba– kunin p1·evicle chiaramente i peri– coli cli tale politica - l'assenza di controllo sopra gli uomini del vcr– ' ice·. l'efTcllo corruttore del potere nell'oligarchia dominante, la per– ,liln di (libertò cl1e avrebbero sof– ferto le masse. Perciò egli ruppe con M:irx e s'accostò all'anarchi– smo. Hismnrck era u~ualmente chiarovegtente: comparava lo Sinio m:ffxista nel una vasta prigione-mo– dello. in cui l'insieme del popolo ~arebhe il carcerato. e l'élite comu– nis,tn i g:nardiani. << In una pri~one moderna )l, aggi11t1J?;eva Rismarck, 1< ,:e un J:t:unrdiano vi maltratta, ave- 1e almeno qnalchr via di protesta. Potete ésprimerc un reclamo, e se il guardiano ha torto sarà punito. Ma chi punirà i guardiani nello Staio marxista, dal momento che son essi stessi Ja l)iù alta autorità?». Cou questc- parole Bismarck scartò 1'ulopia comunista e s'accinse a fondnr~ l'impero tedesco. I federnlisli son persuasi di voter provvedere iwa soluzione non mar– xista al problema dell'orp;anizzazio– ne clelln societii, pur ri,e;ettando sia i I nazionalismo conservatore di Bi- 555

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