Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

Si prova pure verso l'nuarchico. s1,ecic individunlis1n, ed in ragione della sua ntlitudinc sccllicn o 1,essi– mis1a verso la storin. una certa im– pazicnzn che ,•orrcbbc essel'e di– sprezzo, come se l'anarchico fosse un essere inferiore, selvaggio. ine– voluto. che in sè racchiude. e vor– rehb<- veder rilornare nel mondo i I vecchio spirito delln giungla. Si è ciechi naturalmente al fallo che la cittÌI e lo stato non hanno poi quel gran eh·.! di 1>rcleribilc nlla µ:iun~l11. e che la uoslra socict:'.t atluale, colle sue l,!llerre. i suoi campi di co1.1ccn- 1r:1ziouc, le sue officine e le sue po– lizie e bn!"ocrazie è appunto <1uc1ln t< ,:marchia ncgnth•n" il cui nome fo lauto inorridire, quell'anarchia animale che è sinonimo di disordi– ne, cl'istinli immilignti e della leg– ge del più for1e. Se si dovesse co– minciare da capo ed Oj!;ni uomo fOAAC lupo ad ogni :1ltro uomo, co– me: si immagina sia il desiderio del– l'anarchico, si giungerebbe infalli– bilmente aucorn allo stato di cose attuale. O si re11uta l'anarchico un crclino da non rendersi conto che il mondo al!tiak è proprio <1ucllo dei suoi desideri, o si è cretini da non vedere <'he l'anarchia voluta dall'anarchico non è lo s1>irito del– In giungla, ddl'◄c homo homini lu– pus>► e della legge del più forte. l..'anarchi<'o non rifiuln nè la società nè In civiltà 1mre ,,uando le con– trappone J"inclivicluo e In nnlura. Quello che rifiutn nella società e nclln civiltà è il motivo storico, In \'oglia di far marciare il mondo in una certa direzione, di re1>rimerc e so1>primerc quanti tirino i.o direzio– ni contrarie. Se ci si pensa bene si vedrà che le guerre, le persecuzioni e i massacri moderni non vengono consumati 1111110 per dei eonOit1i e delle neccss.itù presenti, ma per de– cidere del futuro. L'unnrchico è nn– tistorico 1>crchè l'cs1>crienza rcccn– t<: ha dimos1rnto che In coscienza e In 1>reoccupnzionc storiche sono micidiali. un veleno del presente, t111aviolenza :dln vita cbe è nel no– rnt di un futuro che forse non sarà m;mmcno o che, 1mre essendo, ap– J1c1m :qlpcna 1ncri1crii che lo si chiami vita. La civih:'., moderna è così com– plessa e intricata, cd al contempo intimamente connessa, che non 111ancauo gli nrgou1enti n politici e politicanli per dimostrare che l'in– differenza polilicn non è possibile e che l'apoliticismo anarchico è solo un'arma di difrsu o llll abito di pn– rnt.1. Si dice: è im1>crioso e dovero– so non solo il prendere posizione in tulle le <1uestioui politiche che agi– tnno il proprio pncse ma in tulio t1ua11to avviene ne) mondo. Volenti 0 nolenti, come direbbe Sartre, si è (I iu~aggiati », e tulli i partiti but– tnnQ i11 faccia agli anarchici il detto muSllOliniano: chi non è cou noi è contro di noi. Che si è ingaggiati è un fallo che non si discute, wa il t1Qn-prendere-1>osizione è già una posizior.w. Ogni forza in ogni con– flitto è tanto pili forle quanto piì1 mum·rosi e più v,dorosi sono quelli che- p<·r essa prcudono posizione. La forza anarchica, la forza apolitica. "'ani ,,uindi tanto più forza quanto più numf'rosi e 1>iùvnloros.i saranno coloro che 1>renderanno posizione JH:r r.~a. Si prende posizione apo– litica cd anarchica quando non si perde tem1>0. dignillÌ ed energie od 549

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