Volontà - anno IV - n.9 - 15 marzo 1950

dcrato un dovere. Se i grup1>i di la– voro oltrepassano uu dato numero di membri, ognuno di essi riceve wi libretto di produttore. Jn esso ,il delegato nota il lavoro del mem– bro del grup1>0. Gli utensili, le mac– chiue 1; gli animali necessari per il lavoro sono proprietà della collct– ti,•il:'1. La coltivaziooe della terra, la esecuzione del lavoro di cui cia– scun gn•1•1)0 è incaricato sono di com1lelf!uza del 1?:ruppo. La collettività è la comunità libe– ra di lavoro <legli abitanti del vil– laggio. La su:1 nascita è stata delcr– miuata dalrinflucnza delle idee ::marchiclw. li movimento della C. N.T. e F.A.l. couvoca delle assem– blee gencrnli di tulli ,:?:li interessati. Costoro ,,i 1>ar1ecipano : sono con- 1adini, piccoH proprietari e fiuavoli. Da esse nascono le collettìvilù, che prendono !)Ossesso delle terre, del bcstinmc, e degli utensili di la– voro· dei la1ifomlis1i esp.-01>ria1i. J piccoli proprietari, ed i fillavoli che adcri:reono alla colle1tivit:ì portano i loro a:-nesi ed il loro bestiame da lavoro. Si l)roccde ad t•n inventa– rio di ciascuna proprietà e di cia– scun immobile. Coloro che non vo– ;:diouo tpartecipnrc alla collettività hanno diritto n tanta terra quanta sono capaci di coltivarne co11le loro pror>rie forze. Ogni collettività segue, approssi– mativamente. le segucnli oorme di funzionamento: Prima di tutto si fa la dislribuzione della terra, del lavoro. dej!li utensi– li. del bestiame. La collettività deve, poi subito. occu1)arsi di assicurare l'esislcnza materiale dei suoi mem– bri. J prodoui della terra veni:i;ono portati in ).ul magazzino comune: 520 ~li alimCJHi più importanti vcngonp di,•isi in parti uj!uali fra tutti. I pro– dotti iu eccedenza sono adoperali Ì)Cr lo scambio cou ahri comuni e cou le coUettivit,ì clc!la città. J prodoui lo– cali si ripartiscono gratuitamente. Secondo la riC'chcu:a della colletti– vità, c'è talvolla, pane e vino, tal– volta an<'he .~arne cd altri alimenti, senza limiti e gratuilamentc. Quelli, invece, che è necessario procurar– si clnl di foori, con lo scambio o compernndoli da nhri comuni o dal– la ciù:ì, o c1uclli di cui. si hauno quantità scarse, vengono razionati. Però ognuno lrn quel tanto neces– sario per vil'crc, nella misura che la situazione della collettività permet– te di soddisfare le necessil.ì dei buoi membri. Giustizia cd ugua– ~liamm sono i pilastri fondamentali d"l .z..movo codice. Il soddisCaci– mc11to delle necessità è indipen– dente dalla capacità di lavorn d! ciascuno. Qui non si dice: 1111.(l buomi giornata per un buon ren.di.me11to f,!ior11oliero, mii du ORmmo secondo I.e sue 11nit11di,ri: (l(l ogmmo secondo le sue ,iecessit.à. Tra le collettività agricole dcl– i' Aragona e le fohbriche ed ioduslrie collettivizzate della Catnlogna. e di allrc parli cli Spagna <'Sisteva nn:1 differenza. Nelle im1>rese industria– li il lavoro ossia la produzione Cl'n collettivizzato. meutrc lii consumo era individn~lc. Nelle collcttivilù agricol,· anche il consumo era socia– lizzato. li nuovo sistema era sem– plice~ nelle sue caratteristiche Con– dam<-ntali; cm v11rio nelle sue for– me di applicazione. Ad ogni fami– f!lia erano assegnate ciuole di cHstri– buzionc ragionevoli in caso di scar-

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