Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950

fuori delle stanche enunciazioni, sia u..cilo <lai nostri cervelli. ller ('Ui a un certo punto, essendosi /atto slra• da il pregiudizio che il 11011 votare fos~• una qut'stione di pri,wipio as– soluto, si eon~tatù con eslrf'ma mcra– viglin, c·hc i dicri anarchici di Fa– riano, atl esempio, erano tre; salvo poi a rilonrnre ml e:-sne dieci. pas– sato il periodo rlella pl'ova, del ma- 1·asma, clcll.incertezza. La lo~ica dei fatli è molto spesso contraria ,1lla logiea clcllP idee; ed il problema non si risolve stanclosr– iw il pill possibile riparati sollo lo usbcr~o delle buone idee, ma sfor– zandosi di tradurle in altrellanlì fatti. Releghf>rf•mo trn i reprobi i com- 1,aµ;ni 1wc,·atori'? A noi nou si addi– ,·e la funzione di j'.!it1dici ; perciò COHSlatiamo sohanto a scopo di st11- tlio. Con,;latiamo clw il 2 giugno )946, il 18 aprilP 1948, lianno tro- . vulo multi anarel1iei provvisti ili rrtpaeilà JlrJsitive di fronte alle capa– l'Ìlà psP11do-positive tli ll~tti i J)artiti ~O\('rm1mcntaliJ Durante ,1uelle 1·:.11npagn,•, infatti, pili marcato po– ll•\•a notar~i il rlistacco ,leµ:li anar- 1·hici dalla realtà immanente, in (1nanto di qt1Psta essi rifiutavano tut– rn "• in 1111 clcvameHIO fideistico cd nit i mista, a<-·cennavano a una vaAa mèta ( Afa come defiriirln'? - do– m.:HH1nvano i più). al di sopra, al ,li lù dt>I vuoto ipotctiro. Ora, se noi si pn•cisa che il non votarP n(rn è questione tli prim·i1•io e che per tattica, per strategia cli Jolta, pf'r nostri molivi etif'o-sociali a1whe, va rifiutato il votn. solo co– me oJ ,,erchè strumento creativo di Hlltorità, ciò è affinchè su quel prin- 196 tipio nc!'suuo schia(-ci un pisolino; nffrnchè cì si scuota, una buona vol– ta, dal torpore clella tranquillità di chi crcdf' alla coPrrnza di se stPsso culle sue idee. Vorremmo far c:aJJirc c-l1c 11011 basta, per essere anarchici, nou votare secondo le vigenti moda– lilà: occorre votare alla nostra n1a– nicrn: 11011 ha!òla dire - con un ri• fiuto -d'ahra parte così viAor·oso ed cffica<·c - queJlo chf' non vOJ?;liamo, ma o<xorrc ,lire anche quello che vogliamo. Si esprime bene Luiµ;i .Fabbri quando scrivf': tr... Noi dof>– binmo prospettare (che .~iu lontano o ·vicino il giorno dellrt vi1w,-in (1mrr– chicn) wrn solu.:ione che rispo11dn alle obbiezioni pilÌ c-omrmi, in modo dn uppugare e pcnmnderc i 11ostri, ,1sc-oltatori)), Jn <jllf'Sto scuso, nella direzione cli quello che VQ/!;iiamo, sarPbbc op– portu1w rifarci a una nostrn conce– zione federalistica della sociPtÌ1. Lf' elezioni deJl'Ente Re~ioue ce ne o[– frono un' impa!!;.ahilf' e rara occa– sionP. Pcn·hè fcdnali:-mo? Perehè oggi sta pullulando una !icl"ie 6C0ncerlante di federalismi la cui g,;mma C"oloristica ,·onf9mlc le menti; JH•n·ht! solo per m<·zzo di uua µuntualizzazione ciel fcclf'rali– "mo in sPnso di libertà concreta. di decentramento. di reale autonomia, JHJS5011Cl proporsi la realizzazione e i m1.•zzi cli realizzazione d'una cle– monazio nou più politica, ma so– ciale; µer,:hè, attraverso nna rico– Alruzionc idc-ale della società, Sf)r– retla dalle esperienze, noi polremo, molto probabilmente, dare vesle di concretezza allo ruèta e quindi riti·o•

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