Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950
ui 110:!ITi alunni. St' l'antitolalit11ri– ~mo !!-'irnpo11Pper dN·r(•to com(' (•on– Jizionc per CO!ll-('rvarc il JHlll('. Cm;ì !-Ì <.vuota la libertlt e In democrazia !Jf;'rcl~ 11uPI Htlore frrmentol(" che m:11/!rndo lutto. di fronte oi vari us– solutismi. con~en,o. dal lf'm,,o delle 5ue oriµ:ini ri\oluzionarie,. Il lait'ii:'mo non i· nep;otivo; è po– '"F-iti\'o. ~011 è mero a~noi;1irismo: è lru!-missionc all'educando di quello stesso senso della rcsponsuhilità in– dividuale. di <jUPllo stesso spirito di iniziativa personale, che ha 1>ortato cifl~uno di noi a 1m::ndPn· una po- 1-izione militan1e. (( Peusarc con la propria testa ». sre~lierP od o~ni ishmk la strada se,·ondo la propria roscieuza. prf'nclf're di fronte aµ:li nitri 111 rcspousabilitò. cli (Jllf'sln scel– to: questo è L"idcale <lf'lln di,l(nità <lt·ll'uomo dw prNif'nliamo ai nostri alunni. mentre li niutinmo. con tut• la l'oliiPttività di <"ui siumo 1·apo1·i, ud 11cquistare Il' nozioni nct'(>Ssuric per l"c;icrcizio di questa libcrtù di{– ficìle. Le nostrr opinioni personali su ogni problema esistono. ma fau– no parie d"un vasto panorama. che cerchiamo di ,,re,wntnre con tutta l'imparzialità possihilf'. E" difficile che nlnnni (•he ahhin– no n-spirata qucsl'tttmosfrra si ri11- d1indano volontariarneutc in un si– Slf>ma do~nrnlito. Se lo fanno, è ?erchè il dop;ma f' staio abilmenlc maschcrnto: ma, riconosciu1olo. rf'agiscono. Se non r<'O/!ÌH·ono. n10I dire che noi ahbium nu111cn10al no– stro compilo. Non è llf>(.'f>!!sario e-sse– rc in molti a di!'impi•~norP tait" fun– zione. Ogni totalitari1nno in utto o in polt'nza si vede obbliJ(Oto o cli– minun• J!:li inse~mrnti di spirito Ji– l>f'ro. per pochi che siano. Per rin- chiuderf• lu ~iow•n1ù hiso,:?:ua mura– re tntl(' lt' fiucstr<•. Con 111110 qu.-sto. r esistenza di professori lotnlituri è un pcri<·olo clu combattr,rc; nrn siamo noi i soldati di quP«lo romballinwnlo e )a nostra anna è il 11,ici.,mo. libero da ogni d(\;.rmatismo politiC'o. religioso. n:1- ziouale. Di.11o~ua alTmntare il 1tt-l'i– ('olo. µ-iard1è cS!I0 forma parle (lt•lla natun, stcssu della libertà. Lf> mi• !-lire repr(•i,sivc implicano un f}eri– colo molto ltlltp,'p.iorc. in quanto U('• cidono citi che preteudono difondrre e tendono a crcttre <tuell'atmosfcra di limorr, di conformismo. d'ipocri– sia che è come l'accellazione anli• ci1>ata <lelln '"f'nilll. Male ioarcbtw che si adouo~.,ero; molto pcg:~io 1·lw i profe«~ri le lascit1ssero a11plicare 1-enza rf'!'i"'teuza. conccclcudo ai to– lttlitari il •lr>ppio vuntai;q?:io dt"lln persecuzio11c pteviu. ,·he nohilitn agli occhi ck•i j!ÌOvunj le came più ingiuste, f• drlln preparazione df•l terreno spÌl'ituale t.• delle armi Jp~ali coarti,•r per ,·ou~olidare un t'v(·utuu– le trionfo fo111ro. Unica po.;,<:ihile soluzio,w. unica soluzione no~lra: l'arcellazionC" dei pericoli d,·llu lilx-rl:Ì per noi r per le nuon- t!;P11f'razioni rhe ci illmlia• mo n ,•oltf> di formare e che in reni• tà i.i fonm1110 da sè. premlPnrlo tl11 noi solo nn.1 pnrtr tiri mollo dw vorn•mmo dar loro: nozioni c·lw considnano comP strnmenli. e, f'.t" lo tnf"l'ilìamo. l°f'sempio: quasi mai )f' opinioni. tUCE FABBRI da: I/ Ad11nma dei RP/rattari, 14 gennaio 1950. 489
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