Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950

1,0· pili nel profoudo ci accorµ;iamo chL· il problema reale è molto pili complesso del chiedersi se la produ- ' zione di alimenti possa amlare di pari pas:-o con la produzionP ,li per– sone ,·he lll"hhono manµ;iarl". Prima di tulio. dobbiamo anche pen~are alle rìsorsr mrno crudameu– tc materiali. qunli il panorama e µ;li 6pazi liberi. la bellezza r la sclvati– ch,,zza della natura. iuclusa la vita s1·lvaµ:gia. I più µ;randi urrclli (· mammiferi 6elvaµ;µ;i sono :?;ià stati sterminati intcrnnH:J1te o quasi nella ma~gior parte (lei µ;lobo, sino al sor– prt'ndenl<! spettacolo odierno tlclla :?rnssa ,-c]vag1?ina. la cni libcrlà ed a'-~ii-l(•u;,;a ~ minacciata perfino nel :-.noultimo rifop;io Africano. Stiamo cntramlo in una J.HlOYa fa– se. nella quale la pressione umana minaccia di guastare e distruj;!;µ;ere !,;empre più non sohauto la selvati– d1czza, ma anchr la hc1lezza del no– stro paese. Non vi è ormai ahbastan– ;;,;aii.pazio. ad P!'>. in lnj!hiherra. 11e1· tnllc le attfrità ,lella popolazione - Ja coltivazione forestale e la produ. zionc del cemento, la carriera mili– tar(• (' In rwoduzione rii alimcnti 1 il lavoro nelle minien• (' induslne, e i J divorare la campa~na per la cre– srita dr)]{' cill:ì, il µ;odimenlo delh natura. Il rii-ullato non è uu com– promesso soddisfa<'cnte e via via lo sarà <;empre 1ncno. Inoltre la crescita della popolazio· ne in tulio il mondo ha portato alla rrrscita. in dimensione e in numero, delle g:randi eittil tli ogni continen– te. al punto che parecchie di esse sono ora dimoi.trabilmente ineffi– cienti com0 cittù. e non rompiono 'più in modo nde;i;11a10 la funzione 482 loro cli provved~rc condizioni <li vi– ta conveuienti. cfficìc·uti e piacevoli per quegli individui che debbono vhere io demi ap;~lomerazioni. li d1c si spic~a: giacchè somigliano agli animali nell'avere un limite al– le loro dinH•11sioni possibili; cd un animale terrestre che fosse ~rosso i.olamente il doppio di un elefante non potrehbe durare, almeno in una comlizi•>ne selvagµ:ia che lo portassf' a <'ompPterc cou le altre creature. Uno 5tudio fatto pot~hi anni fa, in Australia. mi pare, ha rHmostrnlo" die, nelle condizioni odierne. le cit– tà cominciano a diventare meuo ef– licienli quando sorpassano il mezzo milione di abitanti. Il tempo e l'c– nt'.rgia spesi per andare e tornare tfol lovoro, la congeslione del traffico nel centro e lungo le arterie prin– cipali, le spese ~enernli implicite in un sislema µ:enerale dei trasporti e di comunicazioni, il µ:rado nel qualr l'abitante della città è taglialo fuori dalla natura e dalla •·amrrngna -– {JUesto e molt'altro di analogo ou· menta sproporzionntamcnlc acl oµ;ni ulteriore incn;,mento <ldla popola– ·r.ionc dellP città. E uonostante ciò. r nonostante tentativi cli ritrovare un equilibrio, mostruosità come Londra e New York continuanu an– cora la loro crescita autofallimcn– tare-. Vi è infine il fatto tremendo rhr, a meno che non si faccia qualcosa per fr(•nare le tendenze verso un ra– pido aun1c11to della po1>olaziont-, rhe gi.ì. esistono in Asia e sono inci– tiienti in Africa. o~ni sforzo fatto pt!r soll~vare il loro tenore nutriti– vo, risulterà vano, ed anzi si trasfor– merà in un ulteriore aumento del loro n~nnt:ro. con l'inevitabile t"ffet-

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