Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950
di inkriorit:ì, dovuto qnc11ta so– pratutto al fatto che f'Mi 1tf'i;i;i i– inorono i loro problemi f' bi:w~i. ,1uella alla ncceEéità di ("0ll?ter11are il p~to di lavoro: percic\ qualcnuo è òpintn .i o~tentare ca1,nrità e ser– vilismo insieme ,•erso c-hi eili ritie– ne il ~uo i;.uperiore, colui ('hc può disr,orre di lui a suo tulento. Perciù a volte si ni.11istt> 11 i:.1wttn– coli i,pillcevoli: di 01,criti dw si Ian– uo la concorrenza uuche qmmdo non JavoranQ Il cottimo e non sono &OllOJlOSti a controlli di 11orta: di t'o11tntlioi che Jo~iando quah·be o– ra al jliOrno la terra 1,er l'offil·in1t. T<"J,(alnno i ruodotli della (•11mpngna nl rapo reparto all'assistentr nll"in– p:t·grwrt• pn ingraziarlW"li. IJf'r OMÌ· t:urar11i il poi;to o fnl'Si llllUl{'llhtre imnwril3tamt'nlc di quakhe lira il :UIIHl'Ìo (dr. Ma,1Zna/,\hi. t·ostruzioni areonautiC'he). i\fi è staio a~sirurato rl,c nellr ~ro~se industrie dove J!:li 01,erni la,orann a turno ('('rluni. trr minnto il proprio, prcsla11O la IMo opera presso u,1a l)Ìrcola azicn– ,tu o prf'SSQ arli~iani (t·fr. Pirrlli). Vi i;.nno anche opnai cht- cedcn– ,lo alle- rirhie,te df'Jla direziont' rn~~un~ono in ccrLi l'asi, lr- scdil'i ore• eionudi(;'re. E QJl<"rni t·lu.• nhi- 1ancl11 vit'ino nll11 fobbriC'a. qunndo fl.nnno clr-ll'arrivo di tru:.porti con matc>ridl(' ,l!rrzzo, stanno in a~,11:ualo tHH'he dopo l'orario nonnale per <·orrc-re ad 'lrfrin1i di p,c.aricorli (dr. llindo. t·artierc). Alruni ~elosi df'I proprio mf'@lif"– ft' non ,·orrebbcro eh(' ohri impa- 1·0,...ero j!;li acror):!:imtnli ne<·c~ari alla riu~itn di nn buon lavoro. nr-lla epnanza ('hc M)hanto n loro l'lu• .V/11110 flia rit·onoS<'itHO il mf'rilo <h·lla !'S("Cuzionc t' t•on,·c1111O un sa- 464 la, io meuo in~uffieit'nte. Fori.e gli OJJl;"rai t·omuni e i manovali ~no meno ne(·essari in una azienda de• ~li s1wciali:.li e dei te,·nici '? Con lo implicito rkonoseimcnlo di uno 11tato di inferiorità dimjnuÌS("ono !orse ronsc~urntemenlc i biso,tui e h.• f'Sip;cu7c cldln vita'? (dr. i tipo– grnfi). Pf'rfÌ 4uesta è una rel(ola f!C'• unule JPll11 soci<'tà odicrn11: lllwhe i sim.lncati «pt·oi.,'Tessisti», neJlo sta– bilire i minimi di po,çr;a. si l'ompor– tano n<"llo 8lf'&So modo dep;li indu, loll'iali <' fovoriS<'ODO così il perdu..– rare di quc;ta mcntolità fra ~lì o– perai. Ahri ('f'rcano di monopolizzare ,,uei la,·ori c-ht- 1•rrmcttono di per• ('f'f>in: sotto !orma 'lii manC'C una ng~iuuta al ~nlario: come scaricare tn:lot·.:trri o t'!-C1,?;t1ir<" il lavoro di de– tt>rmina1i ('fÌt'nti (dr. Vittadiui. <'O– loi-ifìC'iO. e .1hre nzir-udt>: ciù dimO• stra peri, ,·lw gli operai ric·onnff(·n– no l'inrnffic-it>nza del loro salarjo in rapporto nll" E"lr,alo eoslo dl'lla vita). Ci wno O(lf'rai rilP quanlumiue ~inno nelfa pili ba~a condizionC' so– ciale appttrtrn~ono rom<· mentalità e comf" ruoralirà alla catr,toria di 1·hi usn lo drutlnmE"nto: trovano na• turale che 1•!-ii-tano i padroni. ('!i· ~f'lHlo loro stessi pttdroni in poten– zu: hanno unu rnf'ntnlità tutt:i C'Om– merciale, In prestazione drlla loro opera, la loro capacilit. la loro for– za. sono il loro ('apitale, e il pro– cforto l'offrono sru·sso non al miµ:lior ofTe,rnlc- p<'r<"hf' hanno fame. San– no di e!-!f't'C' ~frullati ma non ric-ono• scono pc>r M! alcun diritto: spC'iiO pre!erisrouo <'11 i edere una mnnria Ull:t rf'ie;ttlin liii C'OlllJ)t'USOquali;iasi frioè unn elc-moiiino). piuttosto che
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