Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950

IL PROBLEMA DELLA MORALITÀ SUL LAVORO Inchiesta fra gli operai di alcune fabbriche milanesi e Hl VO!,!;liaesaminure sul piano morale !"azione dell'operaio sin nei suoi rapporti diretti con i com– pagni di lavoro sia nei rapporti cou il padrone o direttore od imprendi– tore, t.ia nei riguardi degli oµ;µ;cltl che lo. natura del suo lavoro necessa– riamente µ:li offre, i.Lrumcnti attn·zzi m:wchinc materiale p;rezzo prollotti hworati. d(•vp premettere questo: - oggi gli operai sono essi i,;tessi i--truml:'11ti d'uso in mano ai pi<·.coli <' i:;raudi capi dell'industria: - g:li operai, salvo rare Pccezioui. oltre ad· essere schiavi dell'ambieu– le, sono allrcsì schiavi dr] bisogno; - molti operai sono propt·io co~ì <-iechi e i~uoranti, quali i dirip;euti politici sindacali religiosi desidera– no i:.iano; -- pochi isolati incompresi sono ~li operai coscienli delle condizioni dì umiliazione e di sfruttamento in <'lli p;iacciono. Quindi si pone: subito la doman– d.a: così stamlo le cose, si puù par– lare di moralità operaia? Intorno all'operaio tutto è immo– rale: lo sfrutlamPnto che su di lui e- sercita il padmne: l"csempio di u– na rca!L:ì sociale che conlinuame11• te gli moi,;tra come soltanto segurn– do la ,vin della diWH('SIÙ po:<eouo otte11f'rsi ap;iate conrlizio11i di vita: lu pratica t•oshmk pt'r cui tulla l,1 <( gente per bcnf' :u, gli (<arrivati,i, sono co~lanh·ment(' difesi dall,l gcutc dcll'orrline cli lnlli i l,!O\'Crni: la co11~1q11:;\'0lt•zza rii non aver<·. lui élesso, che nna morale istintiva. la quale lo inchwe tuttalpiù ad essn€', solo in certi monwnti e casi. solida– le Vf'rso i pro1n·i compaµ;ni di Ja– ,,oro. E io penso 1·lw non possa st·olirc ;:;o)idarietà chi non abbia senso mo– rale: poichè la morali1i't è la prima condizione sociale. la condizione cioè senza la quale non ,•i può f'S· sere azim1e ut1u111:1 <'l1evalga sol'ial– mcntc. Mi sono messo a scrivere queste <'Osc rlopo aYcrc· follo una spc·ci<' tli inchie~ta. dopo avere int<"ITO~ato un bnou nnmf'ro di co11os(·cnti. tut– ti estranei al movimcnlo anar<"hi– co: ho potuto ('onstatan· rlai fa1ti narrntimi e dalla mia pratica quo– ti,lia11a clw f'sistf> ,wll' animo dc·– µ:li operai un fortf' iò'enso di paurn e 463

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