Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950

ciù richiederà la massima par\eci1rn• · ::t,ione ttlla vila sociale, pur nel di– stacco totale dalla ((politica)) dei . Partiti delle Chiese del Governo, pnr nel rigello a priori cli ogni illu– sione riformislìcu. Tn quci;to modo, ciascuno troverà il dtt fare. Ed è ('011· solante notare che gruppi nostri. piccoli ma tenaci p:rup1>i di lavora– tori, so1, già all'opera - non in fun– zione polìticante, uè in funzione or– ganizzativa e strutturante. non sul– la strada maestra della ideologia di classe che ormai ben si sa ove con– duce, ma proprio nel ripensamento di problemi, nella ricerca ansi'osa di_ chiarezza, peri:;Pguita in comune tra piovani e vecchi ugualmente orien- 1a1 i e llecisi. E t11lto ciò indipendentemente dalla costituzione e dal funziona– mf'nto dei. mol1Pplici Gruppi anar– chici. che rimane un com1)ito a sé, una nostra faccenda esclusiva - in quanto non intendiamo siano riedi– zione o imitazione delle « organiz– zazioni propagandistiche >J dei Par– titi. Anzi eccitando a parlC(:ipar(' alle associazioni in cui lavoreremo (Comitali cli Difesa? SindaCHli? (:ircoli cli Studio '{ Società µcr il Controllo tlelle Nascite? Consigli di Fabbrica ? Associazioni per la ~cuoia? il campo è imm"nso) !?:en– te di diverse opiniom che concordi– no i11 un orientamento - base li– bertario - sviluppando e poten– ziando a parte i singoli Gruppi a• narchici per il rafforzamento della partecipazione nostra, senza alcun proposito di <( conquista totale >1, o di << ~onquista de1la ruaggioraoza ))' sen:,.a <<strutturazioni» e simili, cioè stando attenti a non far mai nostri i metodi rli lotta dei Partiti, 460 antilibertari anche quando gli i.cu – di e le bandiere portano motti e ~)()gttns di libertà. Conclusione li discorso è stato ui:.sai lungo. Folle d'idee si presentano, pensan– do questi problemi, ed è difficilt deciden;i a dmandarne una parte. E' f..1t~ncquindi riassum~re, infine. 1) GI i an.n·ch ici sono persuasi che i mali sociali presellti non pos– sono eliminHl'Si f)er la via della ri– forma interna, che utilizzi i nwc– canismi dello Stato - in quanto tali meccanismi i,ono essenzialmen• te com;ervatori, 1ollerano varianti f'.o!o fiuchè non toccauo l'essenza tlellc disu~uaglianza sodali che essi i111crnlo110difendere. 2) La strada pt>r la co~truzione di libertà dl<:' durino è quella delb rivoluzione: non della rivoluzione politi<'a. orl altra rivoluzione co– mw1qnc qualificata, ma rlclla Hivo– lnzioue, integrale, che abbracci Lut– to il campo della vila individuale e sociale - distru~gendo i mali so– ciaH presenti, e nello stesso tempo lasciando la via aperta pCr<'hf' indi– vidui e gruppi pa"immo ·liberamente costruire nuovi rapporti, a1)erti a lor volta vnso l'avvenire, vivi di compelizioni d'amici, resistenti ra– dicahnente allo stabilirsi di qua– lunque nuovo Potere. 3) L'esperienza storica mostra che ogni rivoluzione s'è sviluppata attraverso tre fasi abbastanza. indi– viduabili, per quanto non nctta– nH'llll' separate: - la preparazione rivoluzionn– ria con cui i pochi individui e grup– pi cost'ienti delle illihcrtà 0 in atto

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