Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950
o dt'i gialli o dei rossi, l'ubbidienza puÌ.l µ:cnerarc.- soltanto prosecuziorw o mnlamento di snvillÌ, mai rivolu– zione. Mri uon pereiò i rivoluzionari sarebbero giustificati se si mettessero da µortP. Proprio p•·n-hè lutto è co~ì nero, il la,·oro <l1.1 fare rimane irn– mem,o. 1·d urgente più dw mt1.i, S<'p– pnn· sc11z.1~peranzc <li risullati im– mt-cliati o prn!-simi. Preparazione rivoluzionaria ,M;F-urata la condizione allualc della società con il metro della ini– :1:Ìativa popolare, climostratasi que– sta nulla e quindi l'insieme inerte e reazionario anzichè rivoluzionario. non se ne può certo cle<lurrc che la società italiana (ecl europea. per <1nel che·· noi possiamo) sia abbastan– :1.a ben con12:e~nata ·rwr assicuare o tulli 1p1cl minimo di lwnesserc e •li equità sen:1.a cm 110n ,.-i' pulÌ essere pace soci11lc. Anzi. Sip;nifica soltan– to che le miserie e I~ incquità in utlo, evidenti auche alla più j!rosso– lana riflessione, per quanto in t-iè tremende e tali do. ~iustifican· o~ni impeto di rivoluzione, sono control– late dai politici professionali, cli de– stra e rli sinistra, i quali ne usano non a fini di lihertù ma a fini di po– tenza, ciascun gruppo ai fini della potenza propria o dei suoi padroni. Noi non po~siarno quindi associar• ci a nessuno di quei politici. Non ov• viamenl~ ai g;ruppi cattolici o libe– rali, che -variamente si sforzano di giungern ad una stabilizzazione che alteri il meno possibile la distrihu• ziune esistente della ricrhczza e del– l'autorità.. Nè con i ~ruppi socialdemocratici e repubblicani ehe in sostanza son loro alleati in un tal prÒposito con- 1-ervatore. l\.fa neppnn· con i g;rup– pì soci:tlcomunisti che hanno inve– ce il propnsi!o di aculizzare i con• trasti i;oci:tli. rli operare nel i,;enso del 1cscmprc pc/!,gi0>l, col proposito 11011 iletto chr- alla fine i.i ri,;olverù in 1(IU11Lo megli0>1. assiC'urando al pojm– lo: non pen~aleci: (lttOÌ>l faremo la rivoluzione. La regola drl (•lanlo p_ei.:~iot;mto meglio» vale ~ohanto in tf"mpi di vi– gilia rivolu:zi,maria. Solo allora essa ha, nella urgenza <l'affrettare la rri– si condm,iva. la sna l,!;iust ific.iziont> morale. Ma in tempi come i nostri occorre invece aiuture il popolo acl uscir~ dallo stato di plebe, s<'nza di che tutto sarà vano. OJ!.nimolo che jJUr si cl1iami Hivoluzionc sani 6()1- tanto uu mutamento cli pt1.droni. E nessuno può in \ 1 erità dire: ccnoii, fon•mo la rivoluzione. dU' non è mai /icc;iduto. benchè lo abbiano assicurato Rolx:?1pierre e Nt1.polt·onc. Mussolini P llaheuf, Hitler e Stalin, Franco e Per01_1- tutti conducendo in reultù il popolo in una direzione 01,posta a quella promessa dalle lo\. ro parole. Preparare la rivoluzione, operare per la rivoluzione. ha siJ:?;nifìcato e• snllamenh: opposto a ciò che inlcn– dono i politi(·i quando parlano ,li far 1'ssi la ri"olnzioue, appoggian– .-iosi sulle urnassm>. Perchè ha ._;,cnso soha.nto in quanto è esempio stimolo niuto alla resistenza, al sorgere di idee autonome Ji ·individui e di grup[Ji autonomi con volontà auto– nome di nuove esperienze sociali in direzione di libertà. Va ripe-Iulo a11rora e 8em1,rc 1)er– riò il concetto che la rivoluzione non la fauno mai nè lddio nè i Capi. Questa è la lezione di tutte le ri- 457
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