Volontà - anno IV - n.8 - 15 febbraio 1950
pochi che tnlvoltn puion nulla - ep• pur son c.: :t.si l'nvvenirc) di mangiar meno male d1c si a,uù. di ~iocarc al lotto e alla Sissl. di andare al cine j forlmiati od alla nartitn - e gli r,ltd. beh ci pensi il Governo. Tuuavia non v'è in riò rnizione tli ,liS[H""l"'3f{'-. 11 popolo iluliauo f! ~t<1to in 1·om:1i• zioni di vigilia rivoluzionaria .. Chi aveva vt'.ut'anni uel 1918-20 ricorda che allon-t la Mo1,:ie1ù itnliuna era gc~• sa nelle sue foudmncnlu dull'uzionc sponlauca dei millt" ~rup1,i locali cht·. M•n:,a ttltf'udcrf" flrclini e s,,c.-.so anzi contro gli ordini. insorge\•ano contro i «padroui.i, contro cri) G-0- ,f"rno>t. c,l occupovuJ10 !erre e fob .. btiche - e prt"li e µoli1.ia e politici, i 1rc gruppi 1·he son sempre per !.1 com-er, azione• sodale qualunque sia la lorn etichetta, comi11ciavnno a ri• t.ir.irsi <lui!~ scena, sov,·rchiati <lai fiume in picnu delle volontù. popo– hiri. delle inizialive e delle azioni popolari. l ~iovnui df"lb s,;enc-rnzione i;uccf"s– siva sonno d1c mt altro momento aualo~o llnrcvn pre~nlar:.• nel 194~- 4'1-, al momento drlla ~onfitla mi– litare e <lo:·llac:ulut;t da Mussoli.ui. ;\nch1: allora prcli e 1)01:ziu e poli– tici erano assai docili. evitavano ili coutr~ddirc- il popolo. c<l il popolo. era ;.ollf"v3hJ Vf>t•so l'alto ,la un'm,– duta di entusiasmo chc- poteva ussu– uwrP caratteri rivoluzionari. Invece. i 1,.1ennali de~li eserciti alleati, col peso bestiale dell'occupnzioue mili– tan·. ed i politi,·i profcsaionali clv· tt11ti ( destri e i;inistri) si son messi d'accordo per «ina]venre>t quell'en– tusiasmo, ciasc\mo sperando di uti– lizzarlo ai propri fini. han finito col 456 farlo morire in nuove rassegnazioni, in nuove (tCll<'CiC)) magari inumune ma eh(~ consentivano di sopravvivf'rt' u geutt' tornala ()ensosa solo tl<·llu propria sopravvivenza. il po1,olo italiano d'op:gi ~- fisin– m•'nte. la ste~a ~ente del 1918-20 r del 191-3-44. in condizioui fisic-hc di :imbi<'nlt> cli cui la sostanza è im– mutut11. Non v'è quindi da di– sperun: se oggi si constala t·hc– tJUf"llo sli'i!S0 popolo che ieri s'alz,1• v11. in piedi cd immetteva nella dis~o– luziorn• sot.:iale dc-Ila fine d'una guer– rn le p1·01H·iedi;Jordinate mo ('fficad volontà d"ovvcnirc, è stato irrcgjli– mentato per via dai llolitici PC o DC "d è o~gi ridotto «plebe» o µoco più: plebe i povct·i che seguono do– cili chi 'llromctlc un sacchetto di .soldini od un l)iatto di minestra. plebe i ric1·hi 1·hc non si vergognan di dissiporn lt- 1•lcmosinc dello Stn• 10 amt•ricano, d1e- organizzano il si– lenzio ullorno alle µroprie for:lllm• verg0f!:ll0S(', vCr!i!;o"'°osamcule spf'se tra gente morente di fome. No. Non v'è aria di rivoluziouf". ogi,;i, in ltnlia .. A che illuderci (·on J'randi parole? l.'iutera ascensiont> t"• da rifnre. Noi che da trent'uuui e più siamo iu cammino, f" che qnnl– che mo11w11to ,·i siamo illusi di tro– \'srci vicini alla Vf"tta, ci ritroviamo invece a quota zero. L'ltnlia di op;gi. mututo il mutahik in superficie, so- 8lanziulmenlf' è com'era 11tlorno al 1860. Dobbinmo nver corn~p:io rli ri– fiutare il 1mi.to d'illu.sioni che i poli– tici ci offrono per allettarci u 8't>• gufrli. F'inchè iI 1>0JJOl0resterà in questo abi8so di mii.erabilità. non ,i snrll. null'altro da speraT.e che ubbidi('Jl– za: e siu e@snsotto il ~iogo dei neri
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